E' tornata l'Inter di Fantozzi Guarin fuori, rimpianto Motta
Massimo Moratti si difende: "Il nostro mi è sembrato un mercato logico e ben fatto". Poi, però, la mezza ammissione: "Thiago Motta? Doveva finire così, anche per volontà del giocatore stesso". Una frase che lascia trasparire il rammarico per la partenza del brasiliano che gioca nella nazionale azzurra. Ma a gettare ulteriore ombra sul mercato nerazzurro la tegola Guarin. Il colpo del mercato di reparazione dovrà infatti restare per circa un mese ai box (e, tra l'altro, non potrà nemmeno giocare in Champions League perché è già sceso in campo col Porto). Insomma, i tifosi dell'Inter non celano il loro malcontento per una serie di operazione - compreso l'arrivo di Palombo dalla Sampdoria - che non suscita entusiasmo. Se a tutto ciò si somma lo scivolone estivo con Forlan (tesserato senza accorgersi che non avrebbe potuto giocare in Europa) va da sè ipotizzare che sia tornata l'Inter di Fantozzi, quella degli acquisti sbilenchi e delle strategie scivolose. Segue il commento di Fabrizio Biasin. Partiamo dai numeri che quelli non mentono (quasi) mai. Spese e incassi dell’Fc Internazionale al termine del mercato di gennaio: 1,5 milioni scuciti per Guarin (più 11 per l’eventuale riscatto a giugno), 1 milione per Palombo (più 4 per l’eventuale riscatto a giugno), 3,7 milioni per Juan Jesus (nessun tipo di riscatto). Entrate Inter: 10 milioni per la cessione di Thiago Motta. Totale senza riscatti: + 3,8. Totale con gli eventuali riscatti: -11,2 milioni. Conti finiti. Ora è chiaro a tutti quanti: l’Inter milionaria e scialacquona degli anni passati non esiste più. Ce n’è un’altra, più morigerata e attenta al portafoglio, ossessionata dall’incubo “fair-play finanziario”, meno preoccupata da quel che può accadere in campo (se invece di completare la rosa semplicemente mischi le carte, in campionato... può accadere di tutto). I timidi sorrisi che lunedì avevano riempito i volti dei tifosi dell’Inter dopo l’acquisto del colombiano Guarin, ieri si sono trasformati in smorfie contrite. L’annuncio arriva nel primo pomeriggio: l’azzurro Thiago Motta è un giocatore del Paris Saint Germain, nelle casse nerazzurre finiscono ben dieci milioni. Kucka? Niente di fatto, arriva l’ex capitano della Samp Angelo Palombo, 30 anni, giocatore valido che potrà essere impiegato in Champions League. Nella conferenza stampa pre-Inter-Palermo (stasera a San Siro se neve e ghiaccio risparmieranno Milano) Ranieri fa un po’ la figura del fesso: «Motta? Non l’ho salutato... È tra i convocati e questo significa che spero di averlo domani (oggi ndr). Aspettiamo. Mancano poche ore alla fine del mercato». Gli è andata male e per un momento il mister del Testaccio deve aver pensato: potevano farmi una telefonata. Ma tant’è, l’allenatore è pagato per mettere i giocatori in campo, mica per discutere di conti e affini. Così il sor Claudio si concentra sul campo. Obiettivo: dimenticare la brutta figura di Lecce. La questione numero 1 riguarda quel “cuore caldo” di Wesley Sneijder, sostituito domenica alla fine del primo tempo dopo aver discusso con Pazzini. Così Ranieri a proposito dell’utilizzo dell’olandese: «È logico che i giocatori importanti devono scendere in campo, ma serve un equilibrio, ci sto provando. Non è un problema, il difficile è inserire gente come Wesley o Forlan nel tessuto della squadra. Se loro ci entrano possiamo fare meglio, altrimenti metto la squadra che lotta e corre di più, non ci penso due volte. Ci provo finché posso». L’atteggiamento che pretende il mister è chiarissimo: tutti devono giocare in difesa, tutti in attacco. Ma c’è anche da valutare i nuovi, Guarin in particolare: «È un giocatore che mi piace. Ha una struttura importante, ha qualità e penso che ci darà una grossa mano». Per vederlo in campo, però, servirà un pò di tempo: in fondo è fermo dal 5 novembre. Ancora Ranieri: «Nel frattempo si adatterà e vedrà come lavoriamo». Totale: l’Inter dice addio a Motta (uno dei protagonisti del triplete), prende Guarin che però deve inserirsi, nel frattempo si affida a Palombo (ottima scelta, e chissà che il centrocampista non rientri nel giro della nazionale), in difesa rimpingua la rosa col giovanotto Juan Jesus (20 anni), in attacco s’arrangia con quel che c’è: Milito, Pazzini, Forlan, Castaignos e Zarate, rimasto nonostante tutto. Basterà tutto questo per conquistare il terzo posto in campionato (obiettivo minimo stagionale)? Fare previsioni è quantomeno un azzardo. di Fabrizio Biasin