Maroni va da Tosi per prendersi il Carroccio
Oggi, alla fine, il Bobo Maroni si materializzerà sul Liston, il grande struscio di piazza Brà. Lo vedranno passeggiare a braccetto col sindaco, ufficialmente nel suggello di un’amicizia carissima («Tosi è un amico, mi ha invitato e non vedo motivo di non essere domenica a Verona. Ci sarò sicuramente»); ufficiosamente per accendere una rivoluzione silenziosa. Perchè la presenza di Maroni, oggi, all’Auditorium della Fiera per la presentazione della lista della Lega che ripropone il candidato Tosi a sindaco della città riflette, in fondo, il fibrillare del Carroccio. Prima agognata, poi confermata, di seguito disattesa «per non tirare troppo la corda con Bossi», infine attestata davanti alle telecamere delle Invasioni barbariche: la figura shakespeariana di Maroni che appoggia totalmente la linea Tosi conferma il percorso del primo cittadino veronese. Uno paracarro con più del 60% di credito personale. Certo, Maroni a parole si augura che alle elezioni del 6 maggio si presenti una compagine formata «dalla Lega e da qualche civica, senza il Pdl»; ma sa perfettamente che se anche corresse da solo, Tosi raccoglierebbe -secondo sondaggi interni - il 35-40% dei consensi (Lista Tosi al 24% a fronte del 20% della Lega). In più si schiererebbero comunque con Tosi “almeno dieci fra consiglieri comunali e assessori: mezzo Pdl locale”. Gli stessi Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega e l’eurodeputato Lorenzo Fontana assicuravano accorati l’asse con l’ex ministro dell’Interno dando per scontato l’appoggio del partito al candidato inaffondabile, qualunque cosa accada a livello nazionale. L’aspetto più surreale della vicenda è che su Tosi -ufficialmente, perchè mai smentita - peserebbe ancora la fatwa di Gian Paolo Gobbo, segretario regionale, e quindi di Bossi, sul divieto di presentare «liste personali”. Anche se, in realtà, lo stesso governatore veneto Luca Zaia pur facendo sapere di non essere oggi a Verona «perché impegnato in altri appuntamenti della campagna elettorale per le amministrative» ha aggiunto: «Tosi si è sempre comportato in maniera lineare. Ovvio che quando si corre da soli solitamente c’é una lista civica di appoggio per intercettare i voti». Zaia, di fatto, sostiene la strategia personalistica di Tosi. Anche perchè, nel 2005, fu la stessa “Lista Zaia” ad appoggiare -e a far vincere- il candidato presidente alla Provincia di Treviso Muraro. E, paradossalmente, allo stesso modo divenne sindaco di Treviso Gobbo, sostenuto in modo pesante dalla “Lista Gentilini”, che drenò molti più voti della Lega stessa. Ecco, nonostante dal consiglio federale la fatwa non sia stata cancellata, i tosiani confidano che sabato prossimo, con l’arrivo al Consiglio Nazionale di Padova di Roberto Calderoli le cose in qualche modo s’incastrino. Il coordinamento avrà al primissimo punto dell’ordine del giorno proprio lo scontro fra Gobbo e Tosi alle elezioni del 6 maggio. É quella la riunione ad altissima tensione che potrebbe cambiare la storia della Lega in Veneto. E dopo, con un inconsueto effetto domino, della Lega tout court. di Francesco Specchia