Mister bullo a tempo pieno Mourinho si autodistrugge
Lui è un incrocio tra Walter Chiari, tra un attore comico geniale e una pin-up. O forse, per stare di più ai nomi e ai miti dei tempi odierni, incrocio tra Checco Zalone e la bellissima Melissa Satta. Ma lui non lo sa o meglio finge di non saperlo. Lui pensa di essere Mourinho, uno che non si nega e non si negherà mai nulla. Uno cui non basta essere uno dei più più coriacei e rapaci allenatori al mondo, uno che ha vinto a tutte le latitudini calcistiche, uno che ci proverebbe a vincere alla grande persino se avesse una squadretta di boy-scouts o di mezze figure. Lui è Mourinho, uno che più le spara grosse e meglio si sente. Uno che più fa il bullo, più i giornali lo mettono in prima pagina. Uno che aspetta l’arbitro di una bellissima partita in cui il suo Real non ha vinto ma ha fatto un figurone contro la squadra più forte al mondo (il Barcellona), e non ci pensa neppure per un attimo ad andare a stringere la mano ai vincitori, a dire «arrivederci alla prossima sfida», a dire che quando si gioca contro Messi e compagnia l’importante è che sia stata una bella partita. Non ci pensa proprio. Perché il suo vero mestiere non è l’allenatore, quello lo fa a tempo parziale. A tempo pieno lui è un bullo. E perciò, dopo la partita di mercoledì sera (2-2 tra Barcellona e Real, un partita zeppa di mirabilie) è sceso nel garage dove sono riunite le auto di coloro che avevano partecipato professionalmente alla partita, s’è appoggiato a quella dell’arbitro alla maniera di un mafioso siciliano o del Gary Cooper di “Mezzogiorno di fuoco”, e appena lo ha visto arrivare gli ha detto parole che neppure il più grande sceneggiatore cinematografico si sarebbe inventato. Il bulletto gli ha detto così: «Ehi, artista. Ci prendi gusto a fottere i professionisti». E tanto più che io sono d’accordo con Mourinho, l’arbitro era stato un minchione a buttar fuori un giocatore del Real Madrid per doppia ammonizione. Parole in libertà - Solo che non è questo il punto. Non che l’arbitro avesse sbagliato o meno. Il punto è che d’ora in poi non si parlerà più della partita, delle magnificenze tecniche di giocatori come Özil o Xavi, si parlerà di lui. Di Checco Zalone-Mourinho. Il fatto è che il bulletto non si lascia sfuggire un’occasione per straparlare e stra-agitarsi. Per fingere di dar di matto. Ma ve lo ricordate o no quello che ha fatto e detto in Italia, e a parte il capolavoro del “triplete” innanzi al quale io ancora mi sto togliendo il cappello? (A proposito aspetto ancora da Massimo Moratti quel che gli dissi una volta dopo avere osannato una vittoria della sua squadra: «Caro presidente quand’è che la sentirò osannare una delle tante vittorie della mia Juve?» . Glielo chiesi da avversario cavalleresco ad avversario cavalleresco. Sto ancora aspettando). Ebbene ve lo ricordate quel che Mourinho diceva e raccontava a ogni fine partita del torneo? Vi ricordate gli insulti a Claudio Ranieri cui aveva sprezzantemente attribuito dieci anni in più di quelli che aveva? Non c’era una volta che lui non accusasse l’arbitro e non so chi altri di avere tramato ai danni della sua Inter. Anziché ringraziare il cielo di avere avuto in sorta un paio di campionati in cui non aveva avversari - perché Calciopoli aveva stravolto il paesaggio naturale del football italiano - non una volta che Mourinho riconoscesse regali arbitrali che neppure a Natale: quella volta che Adriano mise la palla dentro in una partita decisiva con un gran colpo da giocatore di pallavolo, o la volta che l’Inter segnò un gol con cinque dei suoi giocatori in fuorigioco. Mai. Mai. Mai. Solo parole in libertà a dire male del suo prossimo calcistico. Perché il grande allenatore ma anche genio dei bulletti conosce bene le regole del circo massmediatico. Se tu ti levi il cappello innanzi al valore degli avversari, è già tanto se ti dedicano una notizia di dieci righe. Se straparli e inveisci e denunci il complotto giudeomassonico ai tuoi danni, allora sì che le paginate che ti riguardano saranno grandi e risonanti. Oggi una pin-up va in prima pagina per tutta una settimana perché ha interpretato una pièce di William Shakespeare o perché ha dichiarato da qualche parte che lei fa l’amore con il moroso otto-dieci volte a settimana? Secondo voi è di maggior rilievo massmediatico che Mourinho ammetta che per buttar giù i giocatori del Barcellona ci vogliono le katiusce che i russi usavano contro i nazi nella Seconda guerra mondiale, o che dica che gli arbitri e gli dèi complottano contro il Real? Lo sapete a puntino che la risposta valida è la seconda che ho detto. Simpatico - Non fraintendetemi, a me lui sta molto simpatico. Quando mi divertivo a chiacchierare di calcio alla domenica sera, era una fonte inesauribile e irresistibile. Avremmo dovuto dargli una percentuale, come si fa con gli agenti letterari. Purtroppo non l’ho mai avuto di fronte in carne e ossa. Subito gli avrei detto quanto lo stimavo come allenatore e quanto lo ritenevo un bulletto. Le due cose, una inestricabile dall’altra. Solo che non credo lui sapesse chi è Walter Chiari. Sa solo e implacabilmente di essere Mourinho. di Giampiero Mughini