Fitch, giù rating dell'Italia Mario gode: "Sono bravo"
Non solo una questione di immagine: Fitch retrocede l'Italia declassando il rating da A+ ad A- e spalanca a Mario Monti e non solo nuovi orizzonti di paura. Vero: l'agenzia franco-americana ci ha sì salvati dalla serie B (in cui invece ci aveva gettato Standard&Poor's pochi giorni fa), la notizia era effettivamente attesa e preannunciata, e soprattutto non rinuncia a darci, dopo il bastone, la carota assicurando che senza i tagli e le riforme del governo tecnico sarebbe andata decisamente peggio. E lo stesso premier ha in parte gongolato: "Prendo il declassamento di Fitch con distaccata serenità - ha commentato Monti -. L'agenzia rileva cose che sapevamo, come l'elevato debito pubblico e le imperfezioni dell'Eurozona. C'è inoltre un grande apprezzamento per quanto fatto da questo governo e da questo parlamento". Sotto accusa, precisa Monti, "non ci sono le politiche che stiamo facendo oggi" ma quelle che si sono fatte fino a novembre. Il problema, però, rischia di essere assai più pratico che filosofico. Capitali in fuga - Essere declassati e considerati alla stregua di una nazione a rischio bancarotta, scriveva il direttore di Libero Maurizio Belpietro poco più di una settimana fa, non solo ha un effetto immediato sui rendimenti, costringendo il Paese che ha subìto la bocciatura ad alzare i tassi per invogliare i sottoscrittori a metter mano al portafogli. Ma allontana tutti i risparmiatori che non hanno voglia di rischiare. "Ci sono fondi che hanno come regola l'investimento solo in titoli sicuri, altri in cui è fatto divieto di scendere sotto un certo livello. Ciò vuol dire che le istituzioni disposte a comprare i nostri Buoni del Tesoro, ossia a finanziare il nostro debito pubblico, diminuiranno". Il rischio di finire come l'Argentina di 10 anni fa o la Grecia di adesso. Lo Stato non avrebbe i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, per saldare i fornitori e rimborsare i debiti ai cittadini che hanno versato tasse in eccesso e le vorrebbero indietro. Alti e bassi - La cattiva notizia, cui si aggiunge l'outlook negativo (in soldoni significa che le prospettive non sono rosee e che ulteriori declassamenti sono sempre dietro l'angolo), arriva proprio nel giorno in cui ne arrivavano di buone dal fronte Bot (con i rendimenti in calo al 2% in seguito al buon esito dell'asta di stamani, non accadeva da agosto) e da quello dello spread tra Btp decennali e bund tedeschi, finalmente sceso sotto la quota di 400 punti. Chiude in rosso invece Piazza Affari, con Unicredit (-4,50%) maglia nera. L'indice Ftse Mib ha ceduto l'1,02% a 15.947 punti, mentre tra i bancari hanno sofferto anche Mps (-3,34%), Bpm (-3,43%) e Intesa Sanpaolo, che perde 'solo' lo 0,69 per cento.