Panariello ricorda il fratello: "Potevo morire io di overdose"
Poteva essere lui nei panni del fratello, a morire di overdose poche ore dopo Natale. Giorgio Panariello rivive così il dramma che ha coinvolto il fratello minore Franco, il cui corpo è stato ritrovato la notte di Santo Stefano a ridosso della spiaggia di Viareggio, stroncato dall'eroina. "Mio fratello potevo essere io", sottolinea commosso l'attore e regista toscano in un'intervista a Vanity Fair. Non fatalismo, ma constatazione di una infanzia difficile per entrambi. Abbandonati dalla madre e senza aver mai conosciuto i rispettivi padri, Franco e Giorgio crescono separati: il primo in un istituto per 11 anni, il secondo affidato ai nonni materni. "Franco - racconta Panariello - era incazzato con la vita perché in istituto, da solo, c'era stato lui, non io". "Per lui - ha aggiunto il comico - era stato un calvario: i suoi problemi erano nati tutti là dentro. Ogni volta che litigavamo, infatti, tirava fuori il rancore covato in quegli anni di solitudine". Tirate le somme di un'esistenza a due facce, "c'è poco da dire: io sono stato fortunato, lui sfortunatissimo". Rabbia e dolore - A poco è servito il soggiorno nel 2006 a nel centro di disintossicazione di San Patrignano: "Sembrava pulito: durò poco. Poi, dopo tanti alti e bassi, compreso uno spaventoso incidente d'auto, eravamo riusciti a farlo entrare nella comunità di Don Mazzi, dove era rimasto fino al Natale 2010. Adesso pensavo fosse a posto, ma evidentemente dentro aveva ancora una scintilla che non si era spenta". La mattina del 27 dicembre, è stato l'amico Carlo Conti ad avvertire Panariello della tragedia: "La mia prima reazione è stata di rabbia: Franco, giurandomi che aveva smesso per sempre, mi aveva preso per il culo ancora una volta. Questo ho pensato lì per lì, anche se poi l'autopsia ha confermato che, prima di quella sera, era stato davvero pulito per un lungo periodo. Rabbia, tanta rabbia. Solo dopo è arrivato il dolore. E i ricordi".