Pakistan, rapito un italiano. La Farnesina: "E' cooperante"
La Farnesina conferma il rapimento di un cittadino italiano avvenuto oggi in Pakistan a Multan, nella zona Sud del Punjab. Sul suo sito, l'emittente pakistana Geotv scrive che "In base alle prime notizie degli sconosciuti armati hanno portato via due lavoratori stranieri. Secondo alcuni testimoni, i sequestratori avrebbero minacciato i due con le armi e li avrebbero costretti a indossare lo Shalwar kameez (tipico vestito nazionale pakistano) prima di portarli via". Non appena ricevuta la prima indicazione di quanto accaduto, l'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri ha immediatamente attivato tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda e promuoverne la positiva soluzione. Il ministro Terzi ha chiesto di essere costantemente informato sugli sviluppi del caso. Il ministero mantiene al contempo un continuo contatto con la famiglia del rapito. Analogamente alla condotta tenuta in passato per analoghi casi, "ci si atterrà - spiega la Farnesina - ad una linea di riserbo, per la quale ci si appella alla collaborazione degli organi di informazione allo scopo di non compromettere gli sforzi per giungere alla liberazione del nostro connazionale". Secondo le fonti di polizia interpellate dall’agenzia indiana Pti, non è escluso che gli operatori italiano e tedesco della ong Welthungerhilfe siano stati prelevati da agenti dell’intelligence che li tratterrebbero per interrogarli. Palermitano - Si chiama Giovanni Lo Porto il 38enne volontario italiano rapito. E’ quanto si apprende da Twitter. Lo Porto, nato a Palermo, si è laureato alla London metropolitan University e alla Thames Valley University. Prima di collaborare con l’Ong tedesca Welthe Hunger Hilfe ha lavorato in qualità di 'project manager' con il Gruppo Volontario Civile, con Cesvi Fondazione Onslus, Coopi- Cooperazione Internazionale.