Le case in saldo alla Casta: tremano pure Veltroni e Bindi
Il mistero ancora oggi non è stato sciolto. Ci sono tre palazzi fantasma a Roma che fra il 16 settembre 2004 e la stessa data del 2005 sono scomparsi. Alla prima data erano sulla lista più temuta dagli inquilini degli enti previdenziali di tutta Italia: quella degli immobili di pregio della Scip da vendere se non a prezzi di mercato (questo mai), comunque senza sconti. Alla seconda data i tre palazzi, tutti nel cuore di Roma nell’esclusiva zona del Sallustiano, quartiere Pinciano a due passi da Via Veneto, non erano più in quella lista. Il periodo era parallelo a quello in cui Filippo Patroni Griffi tentava (ci sarebbe riuscito con successo), insieme a tutti i suoi coinquilini di Monte Oppio di fare togliere dalla stessa lista la sua casa con vista sul Colosseo. Misteriosamente i tre palazzi, due in via Augusto Valenziani (al n.12 e al n.16) e uno in via Raffaele Cadorna 13, sono scomparsi dalla lista degli immobili di pregio per decisione del venditore e prima ancora che fossero cartolarizzati sono stati venduti agli inquilini con il 45% di sconto su una valutazione già assai più bassa del valore di mercato. Il Tesoro ha così incassato 22 milioni di euro meno del previsto. In Via Cadorna l’Agenzia del Territorio anni prima aveva fatto una stima di 9,1 milioni di euro per 23 appartamenti, del valore medio di 396.790 euro. Sono stati venduti a 4,5 milioni di euro a un valore medio di 197mila euro. In via Valenziani la valutazione era stata di 29 milioni di euro per 79 appartamenti al prezzo medio di 373.922 euro. Sono stati incassati 12,1 milioni di euro a un prezzo medio di 154.154 euro per appartamento. Il flop fu così macroscopico per le Finanze pubbliche che la Corte dei Conti aprì un procedimento per danno erariale, condannando in primo grado a 300mila euro di risarcimento due dirigenti del Tesoro, Maria Cannata e Tiziana Mazzarocchi. In appello la Cannata è stata assolta, mentre la Mazzarocchi ha patteggiato un risarcimento di 30mila euro. La vicenda lì è finita. Ma nessuno ha mai scoperto perché fu fatto quel grande favore solo agli inquilini di quei tre palazzi (per altro un quarto, praticamente inglobato nello stesso isolato, ne fu escluso). C’erano inquilini vip a cui fare il maxi-sconto? La risposta è ovvia: sì. All’epoca si disse di due alte funzionarie ministeriali che ottennero il favore. Ma a beneficiarne non furono solo loro. L’inquilino più noto del palazzo di via Valenziana 12 era Chiara Ingrao, ex deputato del Pci-Pds ed ex consulente dei governi di Romano Prodi e Massimo D’Alema. Figlia di due icone della sinistra, Pietro Ingrao e Laura Lombardo Radice. Chiara con il marito Paolo Francesco Franco ha acquistato un appartamento di 5 vani proprio in via Valenziani il 28 aprile 2005, in quell’anno misterioso in cui i tre palazzi scomparvero dalla lista degli immobili di pregio. Comprò a 1.700 euro al metro quadrato contro i 7mila che oggi vengono chiesti nella stessa via. Per altro se ne accorse anche il venditore, visto che i due appartamenti restati inoptati dagli inquilini furono messi in vendita solo per la nuda proprietà e andarono via addirittura a 100mila euro più della valutazione della Agenzia del Territorio su cui la Ingrao ebbe lo sconto del 45%. Un regalone vero e proprio. Il più alto (75,71% di sconto) che si ricordi nella pur lunga e generosa storia delle vendite Scip. Certo in quei palazzi non fu la sola vip a sbancare il Tesoro. Ebbero lo stesso vantaggio Umberto Cicconi, il fotografo più amato da Bettino Craxi, Enrico Angelani, vicepresidente della Commissione provinciale tributaria di Roma, due professoresse della Sapienza, una quotata psicologa di Verona, la segretaria amministrativa della Melampo di Roberto Benigni. E poi ancora un giovane architetto che va per la maggiore (Marco Maria Sambo), una giornalista ceca corrispondente de L’Express e di Le Soir (Vanja Luksic, che affrontò molte polemiche per un suo dizionario pungente sull’era berlusconiana), e perfino qualche artista abbastanza quotato. Quei tre palazzi fanno scalpore, ma sono stati molti nell’era delle cartolarizzazioni gli immobili pubblici sottratti alle regole del mercato per essere venduti a pochi euro ad inquilini vip. Ebbero un supersconto nel 2004 pari al 73,68% rispetto ai prezzi oggi chiesti dalle agenzie immobiliari altre due figlie d’arte della sinistra italiana, come Franca Chiaromonte e Maura Cossutta, che conquistarono a 1.500 euro circa al metro quadrato due appartamenti in via della stazione di San Pietro. Più piccolo quello della Chiaromonte: 4 vani catastali con ingresso, disimpegni, due camere, cameretta, cucina, bagno e due balconi andati via per 113mila euro. Un po’ più grande quello della Cossutta: 6 vani catastali con ingresso, disimpegni, 3 camere, cameretta, cucina, due bagni e due balconi, andati via per 165mila euro. Fa una certa impressione vedere le tre donne in testa alla classifica dei maggiori sconti ottenuti dai vip per acquistare case di Stato: tre «figlie di» a cui evidentemente si è aggiunto qualche vantaggio. Patroni Griffi da neo-ministro è sbarcato in politica e così si è inserito in classifica dei vip superbenficiari degli sconti di Stato al primo posto assoluto: 71% di sconto per i 109 metri quadrati davanti al Colosseo. Supera di un nulla il beneficio (sconto del 70%) ottenuto da Franco Marini che ha comunque sborsato un milione di euro per il suo super appartamento nel cuore dei Parioli. Appena sotto in classifica Valter Veltroni, che a due passi da piazza Fiume è riuscito a prendere dalla Scip una bella casa a meno di 2mila euro al metro quadrato, contro i 5.700 che chiedono oggi nella stessa via dove abita l’ex sindaco di Roma. Sconto simile a quello conquistato dal leader della Cisl Raffaele Bonanni nel quartiere Flaminio, a due passi dal Tevere. Sconto alto, ma tutt’altre cifre impegnate per Ciriaco De Mita che ha speso 3,4 milioni di euro per avere il superattico diviso poi in tre appartamenti dietro Fontana di Trevi. Segue Sergio D’Antoni, ex sindacalista Cisl e già viceministro dell’Ulivo che ha pagato meno della metà la sua bella casa ai Parioli, in via Civinini. Decimo sconto Scip in classifica per il vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, che ha pagato 421mila euro una bella casa dietro piazza del Popolo risparmiando rispetto a quanto viene chiesto oggi sul mercato per la stessa via il 47,12%.