Giglio, indagati 3 ufficiali Nuovo allarme: adesso è rischio ambientale
Una manovra "spregiudicata, azzardata, inescusabile". Così il procuratore di Grosseto Francesco Verusio ha definito la traiettoria scelta dal comandante della Costa Concordia Francesco Schettino che ha portato alla sciagura di venerdì sera, con la nave da crociera schiantatasi sugli scogli dell'isola del Giglio. I sei morti e i 16 dispersi (le ricerche e le operazioni dei sub continunano) sono dunque dovuti, secondo gli inquirenti, a qualcosa di più grave di un errore umano. Anzi, errori: la stessa Procura starebbe valutando l'invio di almeno altri tre avvisi di garanzia per altrettanti ufficiali della Concordia. A quanto hanno riferito diversi testimoni, alcuni alti ufficiali avrebbero infatti condiviso delle responsabilità con il comandante e anche loro avrebbero abbandonato la Costa Concordia ore prima della conclusione delle operazioni di salvataggio, imbarcandosi sulle scialuppe. Secondo quanto si apprende, per tre ufficiali sarebbero quindi in arrivo avvisi di garanzia con gli stessi capi di accusa del comandante: omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave. Domani, in ogni caso, il gip del Tribunale di Grosseto interrogherà Schettino durante l'udienza di convalida del fermo disposto a suo carico. Intanto si teme per il possibile danno ambientale dopo la fuoriuscita in mare di carburante. Chiazze di carburante in mare: l'allarme del ministro Il destino del relitto: che fine farà la Concordia? Le ricerche continuano: "Poche speranze" Comandante colpevole - Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ha parlato delle responsabilità di Francesco Schettino. "L'idea che ci siamo fatti nell'immediatezza del fatto sta trovando conferme dalle prime indagini delle forze dell'ordine e delle autorità marittime". Secondo quanto si è appreso, infatti, il comandante era su una scialuppa e non su una roccia, come invece aveva riferito in un primo momento. "Abbiamo optato per il fermo seguendo una nostra ipotesi relativa a un possibile pericolo di fuga del comandante perché, navigando da molti anni ha toccato vari porti in tutto il mondo e avrebbe potuto fuggire all'estero". Le accuse - Si è appreso anche che a fronte delle comunicazioni forse mai partite dalla nave, le autorità marittime sono state avvertite dai parenti dei passeggeri. L'inchiesta mira inoltre a comprendere perché il comandante Schettino abbia voluto eseguire un inchino (ossia il saluto con la sirena ai porti da distanza ravvicinata) all'isola del Giglio, tanto da colpire gli scogli. Francesco Schettino è stato fermato per un concreto pericolo di fuga e per il possibile inquinamento delle prove. Si trova in carcere a Grosseto e aspetta l’udienza di convalida del gip dove per la prima volta potrà spiegare come ha agito ad un giudice. Le indagini proseguono von le testimonianze di soccorritori, membri dell'equipaggio e croceristi. La testimonianza degli uomini della Guardia costiera potrebbe essere decisiva, che hanno individuato Schettino a riva molte ore prima che si concludesse l'evacuazione della Concordia. Invitato a risalire, il comandante non avrebbe obbedito all'ordine delle autorità. L’accusa di abbandono della nave con morti a bordo gli può costare fino a una dozzina di anni di carcere, senza contare quelli che gli saranno contestati per omicidio plurimo colposo e naufragio. La bugia a bordo: solo un guasto tecnico. Il video Il panico tra i passeggeri: la video-testimonianza Concordia: il saluto nel 2011. Il videoCosta lo scarica - Non solo i magistrati contro il comandante. Anche La Costa Crociere si è smarcata con decisione: "La manovra del comandante Schettino non è approvata e autorizzata dalla Costa", ha sottolineato in conferenza stampa Pier Luigi Foschi, il presidente e ad della Costa Crociere. "Non posso negare che ci sia stato un errore umano - ha poi aggiunto- noi daremo assistenza legale al nostro comandante ma non possiamo negare che ci sia stato un errore umano". Arriva invece l'assoluzione da parte della società per quanto riguarda la sua condotta nei soccorsi: "Per quanto riguarda il soccorso - ha affermato Foschi - tertimonianze interne indicherebbero che il comandante ha fatto quel che doveva". In ogni caso, ha aggiunto, "l'azienda in questo momento è parte lesa". Per inciso la Carnival (società con sede a Miami, quotata a New York e Londra, e proprietaria di Costa Crociere) crolla in Borsa dopo il naufragio: il titolo, a Londra, è arrivato a perdere il 23 per cento. A metà mattinata le perdite si assestavano intorno al 17 per cento. Allarme ambientale - E mentre peggiorano le condizioni meteo e i soccorsi si fanno sempre più difficili, si valuta anche l'allarme sul rischio ambientale dopo lo sversamento di combustibile in mare. Il ministro dell'Ambiente Clini ha avvertito che "il rischio per l'isola del Giglio è altissimo". I tempi per lo svuotamento dello scavo del Concordia si restringono sempre più.