Polemiche sui soccorsi. S'indaga per naufragio e per omicidio colposo
Il comandante della nave da crociera Costa Concordia viene interrogato in questo momento negli uffici della Capitaneria di porto dell'Isola del Giglio . Al comandante viene chiesto in particolare di ricostruire con precisione gli attimi che hanno preceduto l'incidente verificatosi ieri sera. La Capitaneria di porto ha aperto un'indagine amministrativa sulle cause dell'incidente, e anche sulla tempestività e adeguatezza dei soccorsi. Omicidio colposo -Naufragio, disastro e omicidio colposo: questi i tre reati ipotizzati, al momento, dell'inchiesta aperta dal procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio. Ad ora non ci sono ancora indagati, "dobbiamo verificare chi era al comando della nave, dove si trovava il comandante e capire le cause", spiega il procuratore. Le polemiche sui soccorsi - "E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic, abbiamo veramente creduto di morire". Così alcuni naufraghi della nave della Costa Crociere hanno raccontato gli attimi vissuti. "Abbiamo sentito un botto enorme, sono cadute bottiglie e bicchieri c'erano urla in tutta la nave". C'è chi racconta cosa è successo e chi avanza le prime critiche. "Imbarcati sulle scialuppe avevamo molto freddo proprio perchè eravamo fuggiti dalla sala ristorante e quindi eravamo vestiti in modo leggero". Racconta così ai microfoni di Sky Tg24 le drammatiche fasi dello sbarco dalla nave da crociera Costa Concordia dopo l'incidente la giornalista Mara Parmegiani Alfonsi che punta il dito anche sui soccorsi a terra."Non ci hanno dato neanche una bevanda calda. Ora siamo su un pullman diretti verso Porto Santo Stefano diretti poi a Civitavecchia". Per quanto riguarda le cause dell'incidente Parmegiani Alfonsi sostiene che secondo quanto le hanno riferito alcune fonti la nave era "7 miglia fuori dalla propria rotta". Un'altra passeggera racconta così quelle ore drammatiche."Eravamo a cena ieri sera quando ha cominciato a tremare tutto, la luce è andata via e la gente ha cominciato a gridare aiuto. Un'ora dopo è suonata la sirena ed è stato dato l'ordine di evacuazione. Siamo andati alle scialuppe, ma non tutte andavano in acqua, alcune sono cadute sui ponti e c'è chi è rimasto ferito o contuso". Questa la testimonianza di due turiste che erano a bordo della nave Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio. Ilaria, 23 anni di Roma, e Safa 22 anni di Perugia, erano in crociera per seguire un corso di formazione. "Dopo che ha tremato tutto - continua il loro racconto - la nave ha cominciato a piegarsi su un lato. Nella sala ristorante sono caduti oggetti, bicchieri, vassoi e piatti. Ci siamo anche feriti ma la cosa più drammatica è sentire la voce delle persone, in particolare delle mamme, chiamare i propri familiari, soprattutto i bambini. Era buio e non sapevamo cosa fare. La gente cadeva in terra mano a mano che la nave si inclinava. Sentivamo la voce del comandante ma abbiamo pensato a correre verso un'uscita". "Dopo l'incidente ci siamo diretti verso i punti che ci indicavano e abbiamo cercato di prendere un giubbotto salvagente - continua Parmegiani Alfonsi- mentre il comandante cercava di rassicurarci. Poi ci hanno imbarcato sulle scialuppe di salvataggio ma il personale non era assolutamente adatto a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati. Sulla scialuppa dove ero imbarcata io hanno cambiato anche il conducente. Dei giubbotti salvagente non funzionavano neanche le luci".