Bossi col Cav contro Bobo Cosentino spacca la Lega

Giulio Bucchi

Libertà di coscienza: con poche parole Umberto Bossi rischia di cambiare non solo il destino di Nicola Cosentino, il coordinatore campano del Pdl per cui i pm hanno richiesto l'autorizzazione all'arresto. E a cambiare potrebbero essere pure i rapporti di forza nella Lega e i rapporti tra Carroccio e Pdl. "Nelle carte contro Cosentino non c'è nulla, lascio libertà di coscienza ai nostri deputati". Questo perché "quando si parla di arresti bisogna stare tranquilli", aggiunge il Senatùr. Domani a Montecitorio, dunque, Cosentino ha buone possibilità di scamparla dopo che martedì, in Giunta, erano stati proprio i voti dei due rappresentanti leghisti a dare l'ok preliminare all'arresto: 11 sì, 10 no. Sembrava una rottura definitiva con Silvio Berlusconi e una vittoria, interna ai padani, per Roberto Maroni. L'unico ad essersi sbilanciato contro Cosentino nelle ore precedenti il voto in giunta. Il Cerchio magico aveva masticato amaro, tacendo. Perché taceva anche Bossi, su cui sia i fedelissimi sia il Cavaliere sono tornati in pressing ieri e oggi. Un pressing evidentemente vittorioso, perché Bossi fa fare una mezza marcia indietro al partito. Così Cosentino può essere un po' più ottimista. In queste ore si è riunito con Berlusconi e il segretario Pdl Angelino Alfano, anche se l'impressione è che l'affare sarà deciso altrove. Magari in via Bellerio e nelle stanze romane della Lega. O in quelle del Pd, visto che parrà strano ma sul caso del coordinatore si gioca anche il futuro del governo Monti. Dal Pdl, infatti, hanno già avvertito i democratici: se votano per l'arresto, è a rischio il sostegno azzurro ai tecnici.