Metà partito in guerra con Maroni
È partito il pressing su Umberto Bossi. Dentro e fuori la Lega. Col sospetto di punizioni e trappole ai danni di Roberto Maroni. All’interno del partito monta ancora la rabbia per i quasi 7 milioni investiti tra Natale e Capodanno dal tesoriere Francesco Belsito in Tanzania, Cipro e in corone norvegesi. All’esterno, c’è Silvio Berlusconi che prova ad ammorbidire l’ormai ex alleato in vista del voto sull’arresto di Nicola Cosentino in programma domani. È proprio sulla pelle del parlamentare casertano che si gioca l’ormai consueta partita interna alla Lega, e che s’è incattivita dopo la notizia degli investimenti esteri di Belsito. Parliamo della lotta tra cerchio magico (i colonnelli vicini alla famiglia del leader) e Maroni. L’ex ministro dell’Interno ha annunciato che i padani voteranno per il sì all’arresto. Ed è stato durissimo, lunedì, quando nella segreteria politica ha chiesto di portare il bilancio in un consiglio federale ad hoc entro la fine di gennaio, così da scandagliare tutti i movimenti di denaro. Gli uomini del cerchio magico cercano di far passare la burrasca sugli investimenti (Belsito è vicino alla moglie di Bossi) e provano a colpire Maroni. L’appuntamento di domani è decisivo, perché farebbero ricadere l’eventuale responsabilità di una Lega spaccata su Bobo, visto che proprio lui (e non il capogruppo a Montecitorio Marco Reguzzoni) ha annunciato la linea davanti a taccuini e telecamere. Per non parlare della possibilità che il Senatur sconfessi l’ex ministro dell’Interno dettando preventivamente il cambio di rotta. Il tutto nonostante i contatti tra il capo padano e il Cavaliere siano finiti - secondo fonti azzurre - con un nulla di fatto. Berlusconi è pessimista ma alcuni deputati “cerchisti” aprono degli spiragli, anche se a Montecitorio la pattuglia maroniana è nutrita. Parlando con Panorama.it, Paola Goisis ricorda: «In generale io sono contraria a fare arrestare le persone prima di averle processate». Duro Giacomo Chiappori: «È una questione di principio, sono contro il carcere preventivo». Quindi, ecco la fucilata: «Maroni ha detto che la Lega voterà sì all’arresto? A me gli ordini li dà solo Bossi. Deve essere garantita la libertà di coscienza. Ho già votato contro l’arresto di Papa e così farò per Cosentino». Ancora più significative le parole di Luca Paolini, che fa parte della Giunta per le autorizzazioni. «Ho seguito la linea politica indicata all’unanimità dalla segreteria della Lega» spiega. E ammette di avere «perplessità sull’impianto accusatorio». Non solo: «Il voto è individuale e segreto, quindi ciascun deputato farà quello che ritiene opportuno». Altro dettaglio. Tutti i giornali di ieri riferivano le parole di Maroni sul parlamentare azzurro. Tutti tranne la Padania: s’è limitata a riportare le dichiarazioni di Bobo sui rischi di una nuova legge elettorale per far fuori i lumbard. I maligni hanno ricordato che il cda del quotidiano è marcatamente cerchista, a partire dal presidente Federico Bricolo fino ai consiglieri Rosi Mauro e Reguzzoni. E anche il nuovo direttore, Stefania Piazzo, è particolarmente gradita alla famiglia del leader. Peraltro, proprio una nuova legge elettorale sconveniente per i padani può essere una delle carte che Berlusconi potrebbe giocarsi con Bossi sperando d’ammorbidirlo all’ultimo minuto. Ieri sera, maligni in agguato per il forfait di Maroni a Ballarò. Chiarisce l’interessato su Facebook: «Sono completamente afono, un colpo di influenza o giù di lì...». di Matteo Pandini vai al blog Padanians