Mimun: "Il Cav, la malattia, vent'anni di scoop col Tg5"
Da tutto ciò deduco che tu stai facendo il servizio pubblico che dovrebbe fare la Rai…«Non ho detto questo. Ma le notizie le dà anche SkyTg24. La scuola è Emilio Carelli che a Mediaset era un sergente di ferro, uno molto tosto. Ha importato lì la grande rivoluzione del Tg5, esattamente come io feci dirigendo il Tg2. Se informare così vuol dire fare servizio pubboico, be’ io faccio servizi pubblico». Tornando a Carelli. Tutti voi eravate sodali di Mentana che oggi fa il botto un TgLa7 a prevalenza politica. Un Fato bizzarro. "Enrico ora a La7 cavalca i tempi, s’è buttato sulla politica perché la gente non si fida degli altri tg. E, nell’immaginario, considera Tg1 filogovernativo e Tg5 aziendale e filo berlusconiano". Perché, non è vero? "Ognuno può avere le sue idee ma ti assicuro che in tanti anni non ho mai ricevuto una chiamata da Berlusconi, al massimo sono io che l’ho chiamato per farmi spiegare cose che i suoi ingarbugliavano". Però poi Berlusconi ha “tradito” il Tg5 con Studio Aperto concedendo interviste esclusive al suo omologo, Toti... "Questa è una cosa ridicola tirata fuori da Dagospia. A Berlusconi piacciono di più le telefonate le può fare in pantofole, da casa, senza giacca e cravatta. Se lo becchi giusto te la fa subito, chiunque gliela chieda. Tant’è che io gliel’ho fatta a fine anno. Ma ora sto lavorando ad un’intervista esclusiva: per capire cosa accade davvero nel Pdl, i mal di pancia rispetto a Monti, la vera posizione dell’ex premier. Non è detto che i sondaggi di oggi siano i voti di domani". No, non è detto. Ma non sarebbe bene intervistare anche Monti, che magari è anche il presidente del Consiglio in carica? "Monti l’ho intervistato prima dell’incarico. Lo chiamo appena sento di avere una ragione per chiamarlo; prima lo contattavo direttamente, ora rispetto il protocollo. Ora chiamo l’ufficio stampa, anche se onestamente non so neanche chi sia l’ufficio stampa di Monti» Parliamo del TgCom24, la all news Mediaset. Si dice che, all’inizio tu ti eri messo di traverso. «Non è vero. Il TGCom 24 è stata l’ottimizzazione delle forze dell’azienda, è stato fatto per spirito aziendale. Io sono stato il primo a dare, spontaneamente, all’Agenzia ben 9 corrispondenti". Hai dato quelli che non ti servivano... "Anche questa una leggenda metropolitana. Certo chiunque avesse voluto cambiare non era obbligato a rimanere, come peraltro nessuno può rimanere al Tg5 se non serve. Ho dato uomini alla causa ad una condizione: quella di coprire tutte e 20 le regioni". Infatti non è accaduto. "E lì mi sono veramente incazzato". Alcuni colleghi di vecchio corso sono disperati per i turni massacranti dei nuovi assetti. Lo sai? "Pazienza. Tutti dobbiamo piegarci alle esigenze dell’azienda. D’altronde chi ha un lavoro conviene che se lo tenga ben stretto. Sennò facciamo come in Rai, dove facevano i fighi con le costosissime sedi all’estero e ora tocca chiuderle.. Perché, vedi, oggi l’informazione sarà meno raffinata ma è molto più veloce: oggi bastano Skype, o una mail e un cellulare. Un tempo io per chiamare mia madre in Israele chiamavo il 170 e aspettavo anche tre ore. Soprattutto io dico che bisogna dare spazio ai giovani meritevoli". Questa è una cosa che molti dicono e poi realizzano, se permetti... "Guarda, io ho iniziato da fattorino nei giornali all’Asca, al Messaaggero, e fino all’89 –quando mi fecero caposervizio- non ho toccato palla mai avuto promozioni. Conosco bene il significato dell’attesa e della valorizzazione specie dei giovani. Dobbiamo dar loro spazio senza timori, tanto ormai lo sappiamo che noi andremo in pensione a 90 anni…". Te la sparo a bruciapelo. Dicono che ci fossero scazzi con il direttore dell’informazione, Mauro Crippa, perchè tu fai riferisci direttamente al “Capo”. "Non è vero. Però, pure ci fossero state incomprensioni con Crippa, si sono tutte appianate quando, mesi fa sono stato male. Ero in grande difficoltà, fuori gioco. Ma mentre due minuti dopo che ero uscito dalla Rai mi avevano bloccato la posta, a Mediaset ho difficoltà a dirti i giorni in cui Crippa non sia venuto a trovarmi, e con lui Confalonieri, Piersilvio. É una grande azienda. Che, appena è morto il collega Andrea Pesciarelli non ha pensato un solo minuto ad assumere il figlio". Il cursus honorum da giornalista ormai te lo sei fatto tutto. Se ti offrissero, come qualche anno fa, il lavoro da manager, tu cosa faresti? "Se fra tre anni me lo chiedessero accetterei la direzione di una rete. Mi affascina la parte creativa della creazione di format, del palinsesto. Mi dedicherei molto alla produzione di contenuti interni. Mi affascina meno la parte di contratto con gli artisti". Parlando di Raiuno dicesti che avresti cancellato volentieri Sanremo e Miss Italia... "Confermo. di Miss Italia che com’è adesso è un po’ bigotta, incrostata di politically correct. Non dico di metterci un palo di lap dance…Insomma se c’è il talento non è necessario il grosso apparato. Prendi Fiorello: lo show era zeppo di fuoriclasse internazionali, eppure la parte più bella è stato il suo duetto col fratello. Fari una tv di parola, la mitica “radio a colori”...". Non ti è mai andato particolarmente a genio Michele Santoro, che ora fa un tipo di tv diversa, multipiattaforma, fuori dai circuiti… “Di Santoro non condivido nulla ma rimane un grande innovatore, è innegabile che anche con questo suo programma ha cambiato il modo di fare la tv”. Di Mediaset ti sta bene proprio tutto? “Io qui sono un soldato. Se i miei superiori sbagliano –e in qualcosa hanno sbagliato- io lo faccio presente all’interno, ma non vado a dirlo, scusami ai giornali…”. di Francesco Specchia