Area C, ira contro Pisapia Video: insulti all'assessore
Non fossero bastati i botti tirati a Capodanno in barba al divieto sancito all’ultimo, il road show con cui da ieri sera la giunta si prefiggeva di far mandar giuù ai milanesi Area C ha offerto una prova incontrovertibile: la rotta impressa alla città da Giuliano Pisapia non trova riscontro tra gli amministrati, il centrosinistra sta imboccando un vicolo cieco. Duecento persone stipate in una spazio atto a contenerne 70, altrettante fuori, in corso Garibaldi, hanno impedito all’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran quell’illustrazione del nuovo dazio di circolazione in centro per la quale - in una sorta di ripartizione dei rischi - il programma originario della giunta prevedeva di mandare in scena anche altri assessori, a partire da quello al commercio Franco D’Alfonso. Maran insultato. Il video di Costanza Signorelli su LiberoTv La rabbia per la pessima location prescelta ha fatto tutt’uno con quella per il dazio, e le urla «Buffoni!», «Incapaci! » hanno travolto anche chi, per la prossimità coi centri sociali, di contesti coi nervi a fior di pelle ha esperienza: il collaboratore del sindaco Paolo Limonta. La sua iniziativa di mettere ai voti l’ipotesi di un rinvio del dibattito ha fatto perdere ulteriore tempo, ingenerando vieppiù confusione e rabbia. Maggiore del previsto la partecipazione all’incontro: il centrosinistra ha evidentemente sottovalutato una maggioranza silenziosa che invece silenziosa e supina rispetto alle scelte della giunta non vuol più essere. Alla fine il dibattito si è tenuto in esterna, col freddo a ”riscaldare” ancor più gli animi. Tra quanti si sono recati al dibattito per contestare le scelte dalla giunta anche Maurizio Gussoni. In tuta arancione di servizio, il commissario lombardo della Croce rossa era pronto a tornare a chiedere conto, in pubblico, del rifiuto del Comune di esentare dal dazio i volontari della stessa Cri, costretti così a pagare 5 euro per recarsi in centro a partecipare gratuitamente all’attività di assistenza - e di formazione all’assistenza - fornita dalla stessa organizzazione. Una preoccupazione condivisa, ampliando il discorso, anche dal consigliere comunale pdl Andrea Mascaretti: «L’intero no profit milanese ha le sue sedi dentro la Cerchia, è assurdo che si creino difficoltà a chi senza alcun compenso mostra spirito di servizio verso la città e gli altri». Già in mattinata, peraltro, i residenti del centro organizzati nel comitato “No charge” che insieme al presidente del Consiglio di zona 1 Fabio Arrigoni (Pd) erano stati ricevuti dall’assessore ne erano usciti scornati. A fronte della lamentela dei residenti nella cerchia dei Bastioni di dover pagare per non essere ghettizzati in casa, Maran aveva dato una risposta attendista, rinviando una risposta più precisa a valutazioni da compiersi in un imprecisato futuro. Un no mascherato da un forse, lascia capire il presidente del comitato Luca Scalmana, di fronte al quale i cittadini hanno deciso di scendere in piazza a protestare domenica 15, ultimo giorno prima del dazio. Al loro fianco è intervenuto poi il presidente provinciale Guido Podestà. Che ha evidenziato il rischio di una fuga degli artigiani dal centro e il pericolo di penalizzare gli anziani «residenti nel cuore della città». Contrarietà al provvedimento è stata espressa anche da 16 Comuni della provincia milanese, a margine del banchetto in Largo La Foppa con cui - quasi in concomitanza spazio-temporale col comizio di Maran - i consigliere comunali e di zona del Pdl hanno proseguito la raccolta firme per indire un referendum contro Area C. L’assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa ha espresso dubbi sulla possibilità che i vigili siano stati messi in grado di fronteggiare la novità. Come a confermare i dubbi di La Russa sull’inerzia del Comune, la pagina facebook su Area C inaugurata ieri ha lasciato inevaso l’unico intervento che non fosse una contestazione ma una domanda. Perplessi su modalità e costi della campagna informativa del Comune, Riccardo De Corato (Pdl) e Alessandro Morelli (Lega) ne chiederanno conto a Palazzo Marino. di Carlo Sala Costanza Signorelli