La Finanza non si ferma più: nuovi controlli a Portofino
Il sospetto che siano tutte (o quasi) operazioni mediatiche resta. Il fisco continua a setacciare le località turistiche per stanare i furbetti delle tasse. Supercar, alberghi di lusso, ville, ristoranti: controlli a tappeto e la certezza di attirare l’attenzione. Magari per mettere un po’ di paura. La Guardia di finanza parla di «attività ordinaria», ma dopo il caso Cortina la presenza delle Fiamme gialle, ieri, nelle località vip della Liguria, in particolare a Portofino e a Santa Margherita, non è passata inosservata. Un centinaio i controlli effettuati negli ultimi giorni dagli uomini del Comando provinciale di Genova, che si sono concentrati in particolare sull’emissione di ricevute e scontrini fiscali. «I dati rilevati non sono significativi», hanno spiegato alle agenzie di stampa i vertici delle Fiamme gialle. «Dai primi riscontri soltanto un commerciante su dieci risulta non avere emesso lo scontrino fiscale». Una media di gran lunga inferiore a quella riscontrata nello stesso periodo dello scorso anno, quando la media degli evasori è stata di un commerciante su quattro. Ha parlato di «attività di routine», anche il capo di stato maggiore del Comando regionale Liguria. Il generale Maurizio Tolone è diretto interessato. «Effetto Cortina? È normale che certi controlli si facciano nei periodi di festa - sottolinea - quando cioè le località di villeggiatura sono più frequentate e la gente se lo aspetta di meno». «Io dei controlli non mi sono accorto - ha affermato il sindaco di Portofino, Giorgio D’Alia - e comunque, se sono stati fatti, non hanno creato nessun problema. Qui a Portofino è tutto tranquillo». Diversa la reazione a Cortina. Dove si parla senza mezzi termini di fuga dei turisti proprio per paura del fisco. La pensa così anche Daniela Santanché. E l’ex sottosegretario non è l’unico esponente del Pdl a criticare le ultime mosse del fisco. Secondo Maurizio Gasparri la lotta all’evasione «va condotta con equilibrio» mentre per Osvaldo Napoli bisogna «colpire l’evasione e non la ricchezza». Obiettivo degli sceriffi del fisco è aumentare gli incassi. Undici miliardi nel 2011, con l'auspicio di arrivare a 13 miliardi nel corso di quest’anno. La lotta all’evasione portata avanti dall’agenzia delle Entrate si farà sempre più stringente. Vita dura, quindi, per i furbetti delle tasse. Qualche risultato si vede. In tre anni, secondo il dg, Attilio Befera, sono stati recuperati circa 35 milairdi. Da gennaio a novembre 2011 la lotta all’evasione ha portato nelle casse dello Stato 10 miliardi di euro che, in base alle stime, dovrebbero essere saliti a 11 nell’intero anno. «Il problema - ha sottolineato recentemente Befera - è non mollare mai». Lo montagna da abbattere è altissima: l’evasione vale 120 miliardi, quella che Monti ha definito la «parte importante di ricchezza che fugge alla tassazione, accrescendo così la pressione tributaria su chi non può sottrarsi al fisco». di Francesco De Dominicis