Nuovi rimedi contro la crisi: allevare galline in terrazzo
Una gallina da compagnia. Questa volta non parliamo di signore e signorine dalla bellezza stucchevole che appena aprono bocca dimostrano di avere il cervello di una gallina e quando ridono sembra che abbiano fatto l’uovo. Senza offesa per l’animale. Da Parigi, città tra le più belle del mondo, capitale della moda e delle tendenze più chic, attenta alla qualità della vita, arriva una sana «mania»: la gallina da terrazzo, meglio se di razza nana. Da allevare e accudire come un animale domestico: metà dei francesi ne possiede uno. Sono più di 18 milioni i cani e i gatti nelle case e 25 milioni i pesci rossi. Ma è la gallina ovaiola a cresta bianca, più graziosa di quella tipica di colore marrone che si vede nelle aie delle fattorie, la protagonista di questa nuova moda. Come dire, se non possiamo vivere in campagna, cerchiamo almeno di fare il possibile, e anche l’impossibile, per avvicinarci alla natura. I francesi, tra l’altro sono stati i primi a coltivare l’orto sul balcone. Una passione che permette di far crescere piante da cucina per nutrirsi in modo sano e biologico. È quel richiamo ai sapori di una volta, ha fatto arrivare la gallina sul balcone: vuoi mettere il piacere di raccogliere uova fresche ogni giorno. I francesi non finiscono mai di stupirci, persino Woody Allen ne è rimasto affascinato. A Parigi ha ambientato il suo ultimo film con una “macchina del tempo” che trasporta Gil (il protagonista, Owen Wilson) nella città artistica e letteraria degli anni Venti. Madame Claire è stata tra le prime a volere una gallina per amica. Lei vive in una casa con piccolo giardino a Montmartre, quartiere centrale di Parigi e il suo animale domestico, dalle uova fresche ogni giorno, è davvero fortunato: vive sull’erba. I vicini non protestano e i bambini sono felici come se avessero un cane o un gatto. Non solo. Si scopre che una gallina mangia 200 chili di rifiuti organici all’anno. Uno smaltimento naturale di tutto rispetto. Quella che per Claire sembrava un’idea originale è diventato un business per una delle più grosse catene di negozi di giardinaggio francese, Truffaut, con diversi punti vendita nella capitale: ha venduto 20 mila pulcini e galline ovaiole, soprattutto negli ultimi mesi del 2011, destinate a clienti residenti nei centri urbani, non nelle campagne. Più del 50 per cento rispetto al 2010. Un record di vendite esteso anche all’azienda alsaziana Eco-poule che ha fabbricato e venduto più di 30 mila mini pollai in kit al prezzo di 200 euro l’uno. La maggior parte destinati a Parigi, ma anche a Tolosa (Sud) e a Amiens (Nord). Alcune società giocano persino sul design del pollaio fai-da-te e lo vendono su Internet a prezzi concorrenziali. Intanto sta per uscire in Francia il libro Et si j’elevais une poule (in italiano: e se allevassi una gallina) di Michel Audureau. Primo consiglio dell’esperto: limitarsi ad allevare galline, severamente vietato portare sul terrazzo i galli. Il canto alle 5 del mattino non è di moda. E mentre gli americani rivendicano la tendenza di allevare galline sul balcone (ci credono solo loro), il Regno Unito si prepara a fare da apripista aderendo alla direttiva Ue che vieta le gabbie «convenzionali» che danno a ogni gallina da cova solo 550 centimetri quadrati di spazio, meno di un foglio di carta A4. La direttiva è entrata in vigore ieri, dopo 12 anni di campagne degli attivisti per i diritti degli animali, scandalizzati dalle condizioni terribili in cui vengono allevate le galline ovaiole. di Daniela Mastromattei