Sulla crescita i sindacati bloccano Mario Monti. Mercoledì il CdM
La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, promette battaglia: "Continuereno a lavorare per aprire una stagione che crei lavoro e prospettive ai giovani, che cambi le regole di ingresso al mercato del lavoro ma che sopratutto spinga il governo a tornare a ridiscutere di patrimoniale e di riforma del fisco perché se non si salva il lavoro dipendente non si salva il Paese". La Camusso non retrocede dalle sue idee e scalda la piazza spiegando i suoi due obiettivi: "Dare continuità alla richiesta di modifica della manovra e ottenere risultati sul fronte del lavoro e sul fisco".Partiti e sindacati - Ma le critiche al governo di Monti non arrivano soltanto dai sindacati. Anche i partiti, infatti, mostrano i primi segni di insofferenza. Il Partito Democratico, per esempio, è spaccato sul tema del lavoro: da un lato Pietro Ichino e il suo progetto riformista, dall'altro l'intransigenza del segretario Bersani e del responsabile Economico, Stefano Fassina". Il Pdl è favorevole a una riforma del mercato del lavoro e sottolinea i rischi che potrebbe comportare la lotta sindacale, ma il partito non ha digerito la pioggia di tasse decisa dal Prof di Varese (lo hanno testimoniato i numeri sulla fiducia alla Camera e al Senato, che si sono sensibilmente assottiliati). La fase due - Monti, dopo il Natale speso in famiglia a Milano, è rientrato a Roma e ha convocato il governo per mercoledì: che la "fase due", insomma, abbia inizio. Uno dei temi più caldi rimane quello delle liberalizzazioni, invocate dal Pdl, ma contro le quali (e le prime avvisaglie sono state già ben visibili per esempio per quel che riguarda il capitolo dei taxisti) si scaglieranno tutte le lobby e le corporazioni. La crisi però richiede tempi rapidissimi, e in un contesto che per Monti diventa di giorno in giorno più scivoloso e pieno d'insidie, il lavoro del governo dei tecnici potrebbe risultare fatalmente lento.