I partiti han paura di morire Scontro sulla cabina di regia

Andrea Tempestini

I partiti sono stati messi ai lati del ring dal prepotente ingresso dei tecnici, di Mario Monti e di tutti i suoi professori. E gli stessi partiti sono ben consci del rischio che corrono in questa situazione: senza ottenere risultati visibili, senza riuscre ad esibire qualche vessillo, costretti ad incassare sconfitte e fior fior di tasse, quando si tornerà alle urne (al massimo nel 2013) saranno stremati, poco credibili. Saranno di fatto sconfitti. E' un pensiero comune a tutte le maggiori forze parlamentari, almeno a quelle che non si oppongono in toto a Monti: Pdl, Pd e Terzo Polo. La cabina di regia - E per non arrivare già sconfitti alle prossime elezioni i partiti pensano a una cabina di regia comune, obiettivo non perdere la loro centralità. La situazione è stata inquadrata da Benedetto Della Vedova del Fli: "Non si può pensare che con la nascita del governo Monti si schiaccia il pulsante pausa per tornare a play nel momento del voto, sperando che tutto sia rimasto come prima". E' però sfida difficile, per chi si è sempre avversato come Pdl e Pd, trovare un'intesa. Casini, da par suo, da tempo invoca un patto tra i tre leader: lui, Alfano e Brrsani. Ma il segretario del Pd si mette di traverso, nega ogni accordo e si dice contrario alla cabina di regia per la quale spinge anche Berlusconi: "C'è già", spiega Bersani, ed è quella del professor Monti. Le competenze - Ma le divergenze non riguardano soltanto il possibile asse tra i partiti, ma le competenze dei partiti stessi. Il Pdl, per esempio, vuole un ruolo visibile sulle riforme economiche e chiede che i sacrifici, durissimi, siano finiti per gli italiani. Berlusconi lo ha spiegato: senza dialogo sul fisco, il Pdl stacca la spina. Concetto ribadito da Cicchitto: "Dopo la manovra che era di emergenza, a questo punto noi vogliamo una verifica puntale ddl per ddl". Bersani, al contrario, è disposto ad ingoiare altri bocconi amari: nel Pd sono convinti che il governo Monti dovrà occuparsi delle riforme facendo il lavoro sporco che le forze politiche faticano ad intestarsi. A Bersani sfugge però che se quel lavoro sporco verrà fatto in toto verrà ugualmente intestato ai partiti. Mediazione difficile - C'è poi il Terzo Polo, che spinge per un'intesa stabile tra i tre principali poli della politica italiana che stanno reggendo il governo Monti. Casini vuole un'intesa limpida, spera di trovare un accordo su ogni riforma che verrà proposta dall'esecutivo. Le posizioni sono distanti. La credibilità dei partiti a rischio. Insomma, la sensazione è che ci sia molto, moltissimo da lavorare per trovare un modo d'agire comune all'interno della nuova, particolare, maggioranza. Se l'intesa non si trova, le strade sono due: o la fine del governo Monti, oppure la fine della politica, che verrebbe totalmente superata dall'esecutivo dei tecnici.