Manovra: pensioni, imu, fisco Ecco tutte le risposte
Pensioni, casa e fisco: sono le tre grandi aree su cui si abbatte la manovra del governo tecnico di Mario Monti. Per districarsi tra tasse, balzelli e dubbi, ecco una risposta alle principali domande sugli assegni, sul mattone e sulle imposte. LE RISPOSTE SULLE PENSIONI 1) Quanto si perde con il contributivo pro-rata? Difficile dare una risposta precisa: tutto dipende dall'anzianità accyumulata alla fine del 2011 e dalla retribuzione dell'ultimo periodo di lavoro. Secondo le stime, la contrazione dell'assegno dovrebbe essere intorno a un punto percentuale per ogni anno di contribuzione: più si è vicini alla pensione e tanto più alto è lo stipendio, meno si perderà. 2) Le donne possono andare in pensione a 57 anni? Sì, è possibile. Le donne che vorranno andare in pensione con le vecchier regole (57 anni di età e 35 di contributi, 58 anni se autonome) potranno farlo fino al 2015 scegliendo il trattamento calcolato interamente con il sistema contributivo, meno vantaggioso del retributivo: la perdita in termini percentuali dell'assegno pensionistico è del 20-25 per cento. 3) Raggiunti i 42 anni di contributi, si dovrà attendere un anno per la finestra del 43? No, non si vorà attendere: la pensione decorrerà dal mese successivo alla cessazione dell'attività. La stretta sui requisiti per la pensione anticipata è stato infatti parzialmente mitigato dalla soppressione della finestra mobile. 4) E le agevolazioni per i lavoratori precoci? Chi ha iniziato a lavorare giovanissimo è tra i più stangati dalla manovra Monti. Per esempio, chi si è messo a lavorare a 15 anni e l'anno prossimo ne avrebbe raggiunti 40 di contributi, compresa la finestra mobile sarebbe uscito a 56 anni: ora dovrà lavorare un anno i più (per raggiungere i 42 anni e tre mesi), ma se uscirà a 57 anni, cioè 5 anni prima dei 62 (età richiesta dalle nuove regole) subirà una penalizzazione sulla quota calcolata con il retributivo dell'1% per ognuno dei primi due anni, e del 2% per ogni anno in più oltre i 2. 5) Raggiunta la quota '96' nel 2012 quando si può andare in pensione? Per lasciare il lavoro si devono attendere circa 5 anni e mezzo, per arrivare a 66 e mezzo e uscire con la vecchiaia. A mitigare la stretta è però arrivato il maxiemendamento che ha aperto una strada alternativa per chi ha iniziato a lavorare entro il 1977, raggiungendo i 35 anni di contributi nel 2012: in questi casi si può lasciare a 64 anni senza attendere i 66. 6) Sarà indicizzata la mia pensione da 1.400 euro netti? Sì, l'asticella delle rivalutazioni totali è stata portata a 1.402 euro. 7) Quando potrà andare in pensione una donna nata nel 1961? Difficile dirlo con esattezza: dipende dalle speranze di vita. Una signora di classe '61, che fino all'anno scorso pensava di lasciare il lavoro nel 2021 (a 60 anni) per prendere la pensione dopo 3 mesi (vecchia finestra), ora - sommando l'incremento del requisito anagrafico e l'adeguamento alle aspettative di vita - dovrà come minimo attendere i 67 anni. 8) Una donna del 1952 quanto deve attendere per la pensione? Dopo le correzioni in Parlamento alla manovra, potranno andare in pensione a 64 anni se entro il 2012 raggiungono i 60 anni di età e un'età contributiva di ultime 20 anni. LE RISPOSTE SULLA CASA 1) Come si calcola l'Imu? Si basa sui valori di estimo catastale. Il valore originario di un appartamento va aumentato del 5% e moltiplicato per 160: così si ottiene l'imponibile. 2) Come si giunge all'imposta? E' necessario attendere la delibera comunale per comprendere che aliquota verrà applicata: le amministrazioni hanno tempo fino al 31 dicembre per comunicare le decisioni, ma è probabile una proroga. Il Comune potrà applicare un'aliquota tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento. L'aliquota standard è allo 0,4 per cento. Dall'importo ottenuto si detraggono 200 euro e altri 50 per ogni figlio a carico fino a un amssimo di 600 euro. 3) Per la detrazione i figli devono essere a carico? No, è sufficiente che abbiano meno di 26 anni e dimostrino di vivere nella stessa casa dei genitori. 4) Quanto si paga per le seconde case? L'aliquota base è dello 0,76 per cento. I Comuni la possono aumentare o diminuire di tre millesimi: l'oscillazione va dallo 0,46 all'1,06 per cento. 5) Cosa cambia per gli immobili locati? L'aliquota base è sempre dello 0,76%, con oscillazione di tre millesimi. Ma in questo caso i Comuni hanno la possibilità di abbassarla anche dello 0,4 per cento. 6) Come si calcolano i box? Per un box pertinenziale a un appartamento il trattamento è lo stesso. Nessuna agevolazione per i box non pertinenziali o per quelli pertinenziali oltre al primo: l'aliquota è sempre allo 0,76 per cento. 7) Che cosa è previsto per il non residenziale? Cambia il sistema di calcolo dell'imponibile (le aliquote di norma non variano): per uffici e sedi di banche e assicurazioni la rendita catastale aumentata del 5% va moltiplicata per 80, per i negozi per 55, per i capannoni industriali, alberghi e teatri il coefficiente è 60. 8) Cosa cambia per i terreni agricoli? L'imposta è sempre dello 0,76% ma calcolata sul reddito dominicale originario, rivalutato del 25% e moltiplicato per 120. 9) Dove vanno i soldi? I Comuni non incasseranno la totalità dell'Imu come avvenicva per l'Ici: dovranno riconoscere allo Stato la metà degli introiti complessivi che si otterrebbe applicando l'aliquota dello 0,76% a tutti gli immobili, con l'eccezione della abitazioni principali e delle case rurali. LE DIECI RISPOSTE SUL FISCO 1) Cosa cambia per il risparmio? Per conti correnti bancari, postali e rendiconti dei libretti di risparmio la tassa resta a 34,20 euro l'anno per le persone private; imposta di bollo cancellata se il valore medio di giacenza non supera i 5mila euro. Cambia l'iposta per le aziende, che sale 73,8 a 100 euro. L'imposta di bollo sulle attività soggette a deposito titoli sarà proporzionale su tutte le attività finanziarie: allo 0,1% per il 2012 e allo 0,15% dal 2013 con un importo minimo pari a 34,2 euro e massimo pari a 1.200 euro. 2) Per le attività estere? Per le rendite finanziare all'estero è previsto un prelievo dell'1 per mille per il 2011 e dell'1,5% per mille dal 2013. 3) Come cambia l'Iva? L'aumento di due punti è previsto sulle aliquote del 21 e 10% dall'ottobre del 2012. 4) Quanto aumenatno le accise sui carburanti? L'aumento è già scattato: la benzina è salita a 704,20 per mille litri, il gasolio a 593,20 euro. Arriveranno altri aumenti: le aliquote saranno aumentate di un altro 0,5% nel 2013. Il prezzo, Iva compresa, è salito di 8,2 centesimi al litro per la benzina e di 11,2 sul gasolio. 5) Cosa cambia sull'Irpef? La modifica riguarda solo le addizionali regionali, che passano dallo 0,9 all'1,23%: la modifica si applica dall'anno di imposta 2011. 6) I capitali scudati? C'è una tassa straordinaria dell'1,25% sui beni condonati tra il 2011 e il 2012. Le banche dovranno versare le somme dovute per conto dei contribuenti in due rate di pari importo entro il 16 febbraio 2012 ed entro il 16 febbraio 2013. 7) Quali sono le tasse sul lusso? Tassate le auto oltre 185 kilowatt con 20 euro ogni kilowatt di potenza. Tassa ridotta progressivamente al 60%, al 30% e al 15% dopo 5, 10 e 15 anni. La tassa terminerà decorsi 20 anni. Tassate anche le imbarcazioni e gli aerei privati, a seconda della lunghezza e del peso: l'imposta verrà ridotta del 15, 30 e 45% decorsi 5, 10 e 15 anni. 8) Come cambia la pressione fiscale? Secondo i calcoli del Centro studi di Confindustria la pressione fiscale nel 2012 sarà al 45,1 per cento: era del 42,4% nel 2012 ed è al 42,7% quest'anno. Livelli da record assoluto: nell'Eurozona siamo secondo soltanto a Belgio e Francia. 9) Quanto sborsano le famiglie? Secondo Federconsumatori e Adusbef in media una famiglia spenderà in più all'anno per le nuove tasse 1.129 euro (soltanto per il cosiddetto decreto "salva Italia"). Se si prende in considerazione anche le due manovre estive di Berlusconi il conto schizza a 3.160 euro.