Renato Soru scarica l'Unità: Sciopero? Boh, io la vendo
Unità in vendita, da due anni. Renato Soru, fondatore di Tiscali, ex governatore Pd della Sardegna ed editore insoddisfatto del giornale fondato da Antonio Gramsci non ha mezze misure e in un'intervista al Corriere della Sera, tra un imbarazzo e l'altro, lascia intendere di non poterne più. L'editoria gli ha fatto rimettere soldi e per di più non c'è nemmeno riconoscenza. La prova? Lo sciopero dei giornalisti, indetto per protesta al mancato piano di rilancio. "Quale sciopero? Non ne so nulla - esordisce un po' a sorpresa - spero non l'abbiano messo in prima pagina". E quando Fabrizio Roncone gli chiede se non abbia letto l'Unità, Soru risponde placido: "Non la seguo giorno per giorno...". Insomma, l'editore ("azionista di maggioranza", sottolinea piccato l'ex papavero democratico, come a togliersi d'impaccio) vuol divorziare da un giornale salvato in extremis nel 2008 ("lo presi quando i suoi libri stavano finendo in tribunale, eravamo in piena campagna elettorale, ci ho messo le mani e la situazione si è in qualche modo regolarizzata) e poi in balia dei cavalloni del mercato. Il cartaceo è in crisi, 20 giornalisti hanno lasciato la redazione, mentre l'edizione online se la cava. "Mi impegnai a fondo - rivendica Soru, sempre più nervoso di fronte alle domande del Corsera - investendo molto nelle nuove tecnologie e nel digitale". Poi, con sempre meno convinzione: "Il rilancio c'è stato", anche se non parla di investimenti o nuovi formati grafici. Anzi, "uff, diciamo che adesso c'è chiaramente bisogno di qualche energia economica nuova...". In altre parole, più nette: "L'Unità, per quanto mi riguarda, è in vendita. Sono du eanni che aspetto un acquirente, e che lo cerco". Nell'attesa, il giornale che fu di Gramsci sopravviverà, tirando a campare. "Ma la chiusura non è ipotizzabile", assicura Soru. E non sembra un sollievo.