Profezia del Cav: Mario fino al 2013? Non so, è disperato

Lucia Esposito

Mario Monti è "disperato", "ha fatto retromarcia su tutto", "non è detto che duri". E' la dura critica del presidente Pdl Silvio Berlusconi al premier. Intervendo alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa a Roma, l'ex presidente del Consiglio ha commentato le difficoltà del premier, contestato dalla Lega in parlamento: "Bisogna cambiare l’architettura istituzionale dello Stato. Se ne sta accorgendo anche Monti, che ha presentato un decreto e ha dovuto fare marcia indietro su tutto. E' disperato, è giustamente disperato". In poche parole, "il Paese è assolutamente ingovernabile". Ecco perché, ribadisce il Cavaliere, occorre che gli italiani "non consegnino a una parte politica la possibilità di cambiare la Costituzione". Quanto durerà Monti? Non so, forse non fino al 2013... Chissà se dura - Resta però da affrontare l'urgenza del decreto salva-Italia. "Sono ancora indeciso se parlare domani alla Camera" per il voto di fiducia sulla manovra, ammette Berlusconi. "E' molto difficile parlare in questo momento perché molte misure della manovra sono contrarie a quello che vorremmo noi liberali veri". Tuttavia, aggiunge il Cav, la manovra del governo è il "male minore". L'ultimo pensiero per il premier non è troppo benaugurante. Quanto durerà? "Io non so fare previsioni, dipende da come vanno l’economia e i sondaggi. Ma se una parte politica cresce nei sondaggi e quei sondaggi gli consegnano una vittoria sicura, credo che potrebbe avere la tentazione" di chiedere lo scioglimento delle Camere. Dopodichè, con una nuova legislatura, "credo che dopo torneranno al loro lavoro anche se Monti e i suoi ministri sono delle persone capaci e potrebbero far parte anche di un altro Governo". Sto leggendo i diari di Mussolini. Mi ci ritrovo in molte situazioni   Come il Duce - Non c'è spazio per il passato, solo per il futuro. Per esempio, non pensa di doversi scusare con gli italiani per la grave crisi che vive il Paese. "No, assolutamente", ribadisce ai giornalisti. "Avevamo chiaro che il fattore psicologico era ed è il primo fattore di crisi". Se errore c'è stato, è quello di "non essere riuscito a convincere gli italiani a darmi il 51% dei voti". Molto ha pesato la campagna mediatico-giudiziaria scatenata dal caso Ruby. "Si tratta solo di calunnie. Erano cene eleganti che rifarei - si scalda l'ex premier -. Sono stato sottoposto ad un linciaggio da parte dell’opposizione, della stampa italiana e di una parte della stampa internazionale. Io rifarei tutto, non cambierei nulla". Anche per questo, l'idea di essere stato "circondato" lo avvicina a un personaggio politico che a sinistra gli hanno spesso accostato, non benevolmente: "Sto leggendo i diari di Mussolini e le lettere della Petacci - rivela il Cav -. Devo dire che mi ci ritrovo in molte situazioni. Perché viene fuori come chi sta al governo del Paese non abbia veramente dei poteri".