Bindi Pure Rosy difende gli stipendi della Casta "Tagliandoli saremmo sotto la media europea"
La vicepresidente del Partito Democratico, Rosy Bindi, non ha dubbi (o quasi): tagliare le indennità ai parlamentari? Sì, subito e anche più della media europea. Però, aggiunge la democratica, occorre restituire dignità al Parlamento, altrimeni è a rischio la qualità della nostra democrazia". Secondo la Bindi l'articolo del decreto del governo Monti sui compensi dei parlamentari è "una scivolata", spiega in un'intervista a La Stampa, "un errore che da un governo di competenti non ci si aspettava. E che paghiamo caro". La postilla - La vicepresidente del Pd, insomma, pare in prima linea nella guerra contro i privilegi e gli sprechi della casta, ma poi aggiunge un elemento che dà all'intero discorso una sfumatura differente. "Devo ricordare - premette - che l’indennità dei deputati non è più indicizzata dal 2001, da quando era presidente Casini. Mentre in questa legislatura, dall’inizio del 2008, abbiamo tolto 500 euro dalla diaria, 500 dal rimborso del cosiddetto rapporto con gli elettori e altri 500 dall’indennità. Il totale fa 1500 euro al mese. Dovuti". Nell'intervista si chiede così alla Bindi se, "insomma, aveta già dato?". E lei: "No, non abbiamo già dato. Dobbiamo ancora dare. Però attenzione perché se dovessimo adeguarci alla media europea, per effetto dei compensi ai collaboratori che in Europa sono più alti, noi costeremmo di più". Le critiche - La vicepresidente dei Democratici, insomma, fa capire che in Italia la casta prende meno che in Europa. Lo dice così, tra una critica e l'altra al governo Monti che come al solito si è dimenticato di sforbiciare. "Non voglio pensare male - ha continuato -. Certo al governo le competenze non mancavano per sapere che sono i parlamentari che controllano i conti dei governi e non viceversa. E' stata certamente una caduta di stile che perdoniamo anche se in un momento come questo è grave. Ma non abbiamo nessuna intenzione di rinviare". Staremo a vedere.