Controcorrente Zalone sfida i radical-chic Così Checco sfotte la velina di Santoro
Dopo lo choc della prima puntata, le critiche sul web e le lodi sperticate sulla carta stampata, Checco Zalone conclude domani sera la sua avventura su Canale 5 con Resto Umile World Show. Mai prima d’ora gli intellettuali si erano così affaticati per interpretare il pensiero di un comico; i quotidiani si sono divisi in fazioni pro o contro: si sono sprecati parallelismi inutili con Fiorello, si è cercato di capire se ragazzaccio pugliese interpretasse bene o male il post-berlusconismo, quando in realtà Zalone ha come unica missione quella di far ridere. In modo sfacciato, sicuramente, volgare, estremo, ma almeno non fazioso. Una cosa bella e lodevole ce l’ha: non è un intoccabile. Come Fiorello. Come Saviano, che lui stesso ha preso di mira. Pensiamo allo strano caso della stessa Mediaset, azienda che l’ha trasmesso: inspiegabilmente non parla di lui, non lo consacra, anzi gli ha fatto le pulci sull’unico momento discutibile (non secondo noi) del suo spettacolo, l’imitazione di Zio Michele. Il fatto che Canale 5 non gli abbia dedicato spazi nei suoi contenitori è insolito, se si pensa che è stato l’unico programma di successo di questi tempi, se si considera la smisurata importanza che danno invece al Grande Fratello ormai morente e se si fa un raffronto con la Rai: non si contano, infatti, le puntate celebrative che Vespa e Giletti hanno realizzato su Fiorello. Su Zalone, che ha superato i 5.600.000 spettatori e ha fan incalliti ovunque, niente. Ieri il Fatto Quotidiano l’ha sculacciato: «macchietta», «bluff», «meteora», un «non fenomeno», forse non merita simpatia perché non ha attaccato abbastanza Berlusconi, forse perché ha colpito i miti della sinistra come Vendola, l’eroe di Gomorra o la «gnocca con la testa» Giulia Innocenzi, forse perché nel prossimo film dopo aver ironizzato su gay, leghisti, talent show e musulmani, ha annunciato che le “vittime” saranno i radical chic. Comunque sia, l’imitazione di Michele Misseri, per la gioia di qualcuno, domani sera non ci sarà. Era previsto che non ci sarebbe stata. E forse non ci sarà mai più. Tornerà invece l’imitazione di Nicki Vendola, questa volta nei panni di Jesus Christ Superstar. Dopo aver duettato con Kekko dei Modà e con Laura Pausini sulla note di Angela, domani Checco si esibisce con Daniele Silvestri che tenterà, senza successo, di trasformare il nostro eroe in un cantante impegnato. Insieme, poi, cantano Salirò di Silvestri, ovviamente riveduta e corretta. Tornerà Albano, stavolta dal vivo, e Checco lo sfotte pesantemente scherzando sul fatto che agli inizi della carriera l’ex marito di Romina Power faceva «il collaudatore di supposte». Lo showman scherza con l’attore Rocco Papaleo in studio. Con Giorgio Albertazzi, presente pure lui nel tendone di Cologno Monzese, Zalone declama invece poesie, per poi concludere che alla fine ciò che conta è quella cosa là. Yuma, la valletta 39enne scelta da Zalone, che prende dichiaratamente in giro la “santorina” Giulia Innocenzi dimostrando di essere anche lei una «gnocca intelligente», si metterà in testa una kefiah e darà voce ai precari e alle studentesse neolaureate. Resta un mistero la collocazione al venerdì, giorno in cui il pubblico giovane di Checco esce di casa. Soprattutto, immaginiamo, domani sera con il ponte. E resta la sfiga, per lui, di essere andato in onda nel periodo peggiore per uno showman, nell’unico mese dopo anni in cui si è riaffacciato in tv Fiorello, che sarà pure un personaggio imparagonabile a Checco, ma comunque la gente non ha parlato d’altro e la televisione è stata lui, c’è poco da dire. Ma anche fare troppa dietrologia è sbagliato, come è esagerato psicanalizzare con fiumi d’inchiostro il fenomeno Zalone: è bravo, fa ridere. È umile, impacciato, sgrammaticato, vero e pure bello. Punto. di Alessandra Menzani