Monti ce l'ha con i politici: "Metteteci la faccia e votate"

Giulio Bucchi

Ora Mario Monti vuole l’aiuto dell’Europa. E dei partiti. O meglio vuole l’aiuto delle forze politiche per far contare di più l’Italia a livello europeo. Ieri il presidente del consiglio ha illustrato i contenuti della manovra prima alla Camera e poi in Senato. Visibilmente soddisfatto per il rialzo della Borsa e il calo dello spread. «L’Italia non fallirà», ha detto il premier, spiegando che «questi sono provvedimenti temporanei per far fronte all’emergenza, l’unica possibilità per non far sprofondare l’Italia nel baratro». Poi ha ringraziato le forze politiche per la collaborazione nella realizzazione del pacchetto «salva-Italia». Mentre per due volte, nel il suo discorso a Montecitorio, si è rivolto con gratitudine a Silvio Berlusconi, presente in Aula, così come era presente Umberto Bossi. E proprio dai banchi della Lega si sono alzate le uniche voci di dissenso al suo discorso. Ma proprio dai partiti ora Monti si aspetta di più. «Capisco che nessuno voglia metterci la faccia e c’è una certa ritrosia anche a farsi vedere insieme nei vertici», ha osservato il premier davanti alla stampa estera. Sta di fatto che il presidente del consiglio ora vorrebbe un maggior raccordo tra le forze politiche che lo sostengono. E lo ha chiesto ai leader durante le telefonate per illustrare la manovra, auspicando una sorta di «cabina di regia» tra governo e partiti. A dirlo esplicitamente ieri ci ha pensato Pier Ferdinando Casini nel suo intervento a Montecitorio: «Da parte della politica non deve esserci vigliaccheria, pavidità o gioco dello scaricabarile, ma condivisione e partecipazione nel sostenere il governo, che non è figlio di nessuno». Per questo motivo è necessario «un coordinamento palese e trasparente tra i gruppi parlamentari». Tanto che il repubblicano Francesco Nucara, con un pizzico di ironia, fa notare come sia nato «il governo Monti-Casini». Come prima cosa, il coordinamento tra i gruppi di Pdl, Pd e Terzo Polo servirebbe a presentare modifiche concordate in commissione Bilancio, per poi far arrivare il testo blindato in Aula. Il professore ha già dato il suo via libera: piccole correzioni sì, ma nessuno stravolgimento. L’idea non convince comunque Ignazio La Russa. «Il coordinamento non serve, c’è già la conferenza dei capigruppo. Noi avanzeremo le nostre proposte sulla manovra. Ma se non verranno recepite, assicureremo comunque all’esecutivo la facoltà di andare avanti», afferma l’ex ministro della Difesa. Il presidente del consiglio, dunque, dopo aver ricevuto un no sull’ingresso dei politici nel governo, nei colloqui riservati ha chiesto ai partiti «un maggior coinvolgimento» e «senso di partecipazione» all’azione dell’esecutivo. Ora però l’attenzione del premier è rivolta all’Europa. Perché, dopo il varo delle misure lacrime e sangue, ora Monti (che questa sera sarà intervistato da Bruno Vespa subito dopo il Tg1 delle 20) si aspetta un solido sostegno dall’Europa. E vuole andare venerdì a Bruxelles «armato del provvedimento per chiedere che l’Italia conti di più nelle politiche economiche». «L’Italia sta facendo la sua parte, ora tocca all’Ue impegnarsi per salvare l’euro. Perché senza una comune politica europea, gli sforzi degli singoli Stati rischiano di essere inutili», racconta un fonte di Palazzo Chigi. Monti, intanto, a Montecitorio ha rivendicato lo sforzo fatto dall’Italia spiegando che «il futuro della moneta unica dipende anche dalle scelte che l’Italia sta facendo, visto che molti occhi sono puntati su di noi». Nell’Aula della Camera ha poi replicato alle accuse di lentezza nel varo della manovra, rivendicando di «averci messo 17 giorni, mentre per altre finanziarie in passato il tempo medio era di cinque settimane». Infine, ha lanciato un appello all’autarchia in vista del Natale: «Comprate prodotti italiani, così aiuterete le imprese e i lavoratori». di Gianluca Roselli