Autogol Il governo dei secchioni s'è già perso: gaffe, lapsus, figuracce e ironie fuori luogo
Tecnici sì, ma non certo della comunicazione. Elsa Fornero che piange nel momento di rendere conto della manovra, il collega Corrado Passera che la chiama Emma, sbagliando nome nel bel mezzo della conferenza stampa, il navigato premier Mario Monti che tra qualche rimbrotto alla stampa e qualche timida battuta di stampo inglese, si lascia andare anche a citazioni papaline. E ancora: i dietrofront sull'Irpef e le rettifiche sulla revisione degli estimi catastali. Proprio quando chiede agli italiani i sacrifici necessari e resi concreti con una rigorosa, freddissima e spietata arte matematica, l'esecutivo pigia la tavoletta delle emozioni. E sbaglia. Gaffe, lapsus, incertezze proprio quando servirebbero, almeno in apparenza, granitiche certezze e zero fronzoli. Domenica è stata la giornata più lunga del governo dei secchioni. Una giornata, quella del disvelamento della manovra lacrime e sangue, passata per le lacrime vere del ministro del Welfare, che sopraffatta dall'emozione si blocca quando parla di sacrifici e pensioni. Monti la consola, per riprenderla poi un po' stizzito con un "commuoviti ma correggimi". E poi via con Passera che sbaglia a chiamarla per nome e il ministro Giarda che, avventatamente, accenna alla rivalutazione del 60% delle rendite catastali. Panico tra giornalisti (e proprietari immobiliari) prima che si scopr che la rivalutazione riguarda soltanto l'estimo della base imponibile escludendo dunque imposte di registro e catastali. Ancora davanti ai giornalisti, è lo stesso premier ad aggiugere che non dirà mai di imporre tasse e sacrifici per colpa dell'Europa. "E se lo farò - invita -, vi prego di correggermi". Per dirla alla Giovanni Paolo II, "se sbaglio mi corigerete".