Berlusconi contento per l'Irpef Ma sbotta: "Troppe le tasse"
Nella tempesta perfetta delle tasse che il governo di Mario Monti ci vuole imporre non c'è l'aumento delle aliquote Irpef, uno dei punti più controversi tra quelli che erano allo studio del Professore: le proteste della stampa, come spiega Franco Bechis in un commento su Libero in edicola oggi, lunedì 5 dicembre, sono servite a qualcosa. Certo, il quadro complessivo non cambia: stangata era e stangata resta, ma almeno ai soliti noti, ovvero lavoratori dipendenti e contribuenti onesti, è stata risparmiata questa beffa. Monti ha spiegto in conferenza stampa che, appunto, non voleva mettere le mani nelle tasche dei soliti (le ha messe in quelle di tutti...) e che "non ci sono interventi correttivi dell'Irpef, nonostante quanto detto dai giornali nei giorni che hanno preceduto il varo del pacchetto anti-crisi". Addizionale regionale - L'Irpef non si tocca e il segretario del Pdl, Angelino Alfano, pur soffrendo al pari di Silvio Berlusconi per una serie di misure draconiane spiega che, almeno sulle aliquote, "è passata l'impostazione del Pdl. In verità, un aumento Irpef nella manovra c'è, ed è l'incremento dell'addizionale regionale che passa dallo 0,9 allo 0,23 per cento. Certo, è scomparsa quella che avrebbe ulteriormente tartassato i lavoratori dipendenti, mentre il pacchetto varato da Monti, per ora, salva l'esercito dell'evasione fiscale che ogni anno ruba allo Stato italiano 120 miliardi di euro. La fronda contraria nel Pdl - Silvio Berlusconi, parlando ai suoi, ha bocciato la manovra di Monti, spiegando che "sembra fatta dalla sinistra". Un concetto sposato in toto dal vice presidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, che ha spiegato: "Per votarla bisogna turarsi naso, orecchie e bocca". E il Cavaliere ha rincarato la dose: "E' un pacchetto fatto di tasse, lacrime e sangue", non certo un provvedimento "che chiede sacrifici in maniera equa". Alfano però puntualizza: "Dobbiamo votare questa manovra". Ma nel Pdl la fronda di chi vorrebbe fermare la rapina di Monti cresce: Napoli la definisce "recessiva", Capezzone la critica aaspramente, Bondi la boccia e anche la De Girolamo dice che le cose non vanno.