La ricetta del Pd di Bersani Subito più tasse per tutti

Lucia Esposito

La maggioranza che sostiene il governo Monti è già in crisi. L'incontro tra il premier e il partito si è tenuto sabato sera. Ma i punti dolenti dei Democratici sono  emersi man mano che si diffondevano i particolare di quelle "misure impressionanti" che l'Europa conosce nel dettaglio da almeno due settimane mente il Parlamento ne è all'oscuro. Per il Pd di Bersani sono le pensioni il nodo cruciale: l'obiettivo è attenuare il peso della manovra sugli anziani e spostarlo sulla tassazione dei grandi patrimoni, con l'inserimento dell'asta dei diritti televisivi tra i gli introiti per raggiungere i 25 miliardi previsti nella manovra. La sintesi del Bersani-pensiero è: sì al rigore ma solo se c'è equità e consenso sociale e se a pagare saranno anche quelli che finora non l'hanno fatto. Finora i democratici hanno incassato le tasse sui beni di lusso, la revisione dell'aliquota più alta dell'Irpef, nessun intervento sull'art. 18, Ici più pesante sulle seconde e terze case. In questo modo terrà buoni i sindacati. Chi non se ne sta buono è Antono Di Pietro che, lapidario, licenzia così la riforma delle previdenza di Monti: "Per mettere le mani in tasca agli italiani basta un governo di malfattori".