L'ultima volta di An
Alleanza nazionale è giunto al capolinea, anche se al suo interno non la pensano così. Domani a Roma si celebra l’ultimo congresso del partito, pronto ad unirsi a Forza Italia per dare vita ufficiale al Popolo della libertà, ma più che un addio sembra quasi un arrivederci perché, promettono dirigenti e militanti, l’identità non andrà persa. Diventerà un valore aggiunto al nuovo soggetto politico. A parlare ai 1800 delegati sarà il reggente, nonché ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Fini parlerà domenica - Ma il discorso più atteso non che essere quello di Gianfranco Fini, in programma nella tarda mattinata di domenica. Dovrà smussare gli angoli di chi non ha del tutto digerito la nuova direzione e scaldare la platea, rimarcando che An non scompare, ma andrà a dare una mano al Pdl. Il presidente della Camera non ha fatto trapelare ancora nulla e a chi gli domanda insistentemente una piccola anticipazione del suo intervento, risponde con un laconico “vedrete”. “Non preoccupiamoci dell'identità della destra, ma dell'Italia dei prossimi 20-30 anni”, ha dichiarato ospite da Bruno Vespa a Porta a porta. “Probabilmente mi commuoverò, c'è sempre un cuore oltre al cervello”, ha aggiunto. Buontempo: è il fallimento di Fiuggi - Ovviamente c’è chi non concorda, a farlo sono in particolare i fuoriusciti del partito, come Teodoro Buontempo che definisce un “fallimento” l’ingresso di An nel Popolo della libertà: è il fallimento del congresso di Fiuggi del 1995 perché “non fu Berlusconi a sdoganare il Msi, ma fu l’Msi a dare al Cavaliere la credibilità e la dignità necessarie per consentirgli di poter scendere in politica”. Alemanno: siamo soci fondatori - A rassicurare gli animi della destra sociale orfana di Storace, è il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che garantisce: “An entra nel Pdl come socio fondatore”. Rimane da chiarire quanta percentuale saprà attribuirsi.