Sforzo della casta: via a 60 anni

Nicoletta Orlandi Posti

Niente più vitalizi per deputati e senatori a partire dal primo gennaio 2012. Per loro si adotterà il sistema contributivo. E' la decisione presa nell’incontro fra i Presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, con il ministro del Welfare Elsa Fornero. La decisone varrà per intero per i deputati e i senatori che entreranno in Parlamento dopo tale data e pro rata per quanti attualmente esercitano il mandato parlamentare. Per gli ex parlamentari potranno percepire l'assegno solo al compimento dei 60 anni di età (se sono stati eletti per più di una legislatura). Chi ha avuto un solo mandato avrà l'assegno a 65 anni.Lo sforzo della Casta - Una buona notizia, certo, ma gli 'sforzi' della Casta fanno sorridere rispetto a quelli che la politica impone alla gente comune, che secondo le ultime indiscrezioni dovrà lavorare tra i 41 e 43 anni (non più 40) per andare in pensione, indipendentemente dall'età anagrafica. Già, perché la Casta, con l'impegno preso da Fini e Schifani, fissa il paletto a 60 anni. In precedenza, con una sola legislatura, il vitalizio era percepibile dai 65 anni di età. Dalla seconda legilsatura, per ogni anno di impegno politico in più rispetto alla prima esperienza parlamentare, dai 65 anni ne veniva scalato uno. Con l'impegno sottoscritto martedì 29 novembre si stabilisce che anche nel caso che le legislature siano due o più, i politici non potranno percepire il vitalizio prima dei 60 anni. Certo, verranno evitati casi limite: ma chi lo spiega al signor Rossi che inizierà a lavorare intorno ai 25 anni e non potrà percepire la pensione prima di aver lavorato per almeno 41 anni?   Il comunicato di Senato e Camera - "Il Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani e il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, si sono incontrati, assieme ai rispettivi Collegi dei Questori, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali professoressa Elsa Fornero ed hanno comunicato al Governo la volontà di procedere entro la fine dell’anno, nell’ambito dell’autonomia costituzionale riconosciuta alle Camere dal nostro ordinamento, ad una radicale modifica della disciplina in tema di assegni vitalizi", si legge in una nota congiunta di Senato e Camera. "In forza di tale modifica dal 1° gennaio 2012 sarà introdotto il sistema di calcolo contributivo, in analogia con quanto previsto per la generalità dei lavoratori. Tale sistema opererà per intero per i deputati e i senatori che entreranno in Parlamento dopo tale data e pro rata per quanti attualmente esercitano il mandato parlamentare. Sempre dal Primo gennaio 2012 per i parlamentari cessati dal mandato sarà possibile percepire il trattamento di quiescenza non prima del compimento dei 60 anni di età per chi abbia esercitato il mandato per più di una intera legislatura e al compimento dei 65 anni di età per chi abbia versato i contributi per una sola intera legislatura".