Milano, Pisapia fa dietro front Salta il blocco del traffico
L’ordinanza anti-smog, con la rivoluzionaria chiusura totale del centro in caso di «emergenza da pm10», è stata firmata il 18 ottobre. Lo aveva scritto nero su bianco il sindaco Giuliano Pisapia in persona: «Al 14° giorno di superamento della soglia europea, si chiude». Ma ieri, quando è stato chiaro che lunedì sarebbe scattato il blocco della cerchia dei Bastioni, la giunta ha innestato la retromarcia. Come facciamo a travasare sui mezzi gli automobilisti se il metrò è già stracolmo? In serata, i dubbi sono diventati un mezzo dietrofront: «Stiamo valutando una modifica dell’ordinanza». La decisione verrà presa oggi, ma è probabile che alla fine l’unico divieto di circolazione resti quello per i diesel Euro3. Un pasticcio che, in ogni caso, lascerà i milanesi nell’incertezza fino a poche ore dalla «fase due» del piano comunale contro l’inquinamento. L’incertezza principale riguarda il potenziamento dei mezzi pubblici: impossibile, considerate le frequenze attuali, aumentare i treni nelle ore di punta (già strapieni). Il cambio di strategia consentirebbe se non altro di evitare ingorghi fantozziani di automobili costrette a girare intorno al centro. A Palazzo Marino si escludono problemi tecnici riguardanti il presidio dei varchi, anche se la deroga al car pooling (i veicoli con tre persone a bordo) complicherebbe i controlli. Il nodo è tutto politico, e dalle parti dell’assessorato alla Mobilità si è fatta largo anche l’idea di introdurre qualche giorno di targhe alterne prima della chiusura totale. L’unica certezza, per il momento, è la totale confusione della maggioranza di centrosinistra. Durissimo il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli: «Il sindaco si prepari a chiedere scusa ai milanesi». Appello caduto nel vuoto - Ieri, nel frattempo, gli ingorghi e le code chilometriche hanno certificato il flop dell’appello ai milanesi di Giuliano Pisapia. Il sindaco, due giorni fa, era stato chiaro: «Lasciate l’auto a casa in questi giorni». La risposta è stata un sonoro pernacchio o, se preferite, un colpo di acceleratore. Il primo cittadino aveva suggerito alla cittadinanza di abituarsi ai mezzi alternativi. «Non aspettiamo che sia il Comune a obbligare a usare meno l’auto. Cerchiamo di mettere in atto comportamenti personali virtuosi». E allora vediamolo questo cambiamento. Ieri era un classico venerdì pomeriggio di novembre: aria fresca, gente in giro con i cappellini e traffico pre-weekend. La signora Ottavia, 62 anni, è alla guida di una Panda.« Sono stanca di questa storia del blocco. A Milano l’aria ha sempre fatto schifo e continuerà a essere così. È assurdo pensare che spegnendo i motori per qualche ora si risolva il problema. Se non può uscire la gente resta a casa e mette i riscaldamenti al massimo. Che farà Pisapia, controllerà i termosifoni?». «Sono disperato», racconta Filippo, un ragazzo di 24 anni che dice di sentirsi perso senza la sua moto. «Abito a Niguarda e la mia ragazza è del centro. Non so come farò in questi giorni, probabilmente beccherò mille multe. Il provvedimento è assurdo, non tiene in conto delle esigenze dei milanesi». Dello stesso parere Geronimo La Russa, vicepresidente dell’Aci Milano. «Il blocco è un’inutile persecuzione. Capiamo l’emergenza sanitaria e accettiamo anche le domeniche ecologiche di tanto in tanto, ma non è possibile torturare gli automobilisti in questo modo. Una persona che non può entrare nei Bastioni girerà quattro volte di più per trovare parcheggio e finirà con l’inquinare di più». Dubbi anche sull’effettiva capienza dei mezzi pubblici. «Voglio proprio vedere come andrà a finire», dice Ciro, napoletano trapiantato a Milano. «I mezzi sono già pieni, figuriamoci con questo aumento. Sai però quanti soldi intascherà il Comune?». Alla fine, incontriamo anche chi si dichiara favorevole alla proposta del sindaco. «Sono d’accordo con quanto detto da Pisapia. L’aria è irrespirabile, i milanesi devono mettersi in testa che è necessario cambiare abitudini. Arrivederci». E via, dal semaforo di piazza San Babila, sul suo suv Volvo XC 60 da 240 cavalli. di Massimo Costa e Salvatore Garzillo