La Borsa in picchiata, spread su Monti è ostaggio dei politici
Giornata nel segno dei ribassi per le piazze finanziarie europee che sin dalle prime battute si allineano alle chiusure in territorio negativo segnate dai listini asiatici. In attesa dei dati sull'economia Usa, gli analisti fanno i conti oltre che con la "testardaggine tedesca ed europea di non voler stampare moneta nè di creare una soluzione credibile per risolvere la situazione debitoria", come spiegano gli esperti di Cmc Markets Michael Hewson e Tim Waterer riferendosi alle politiche di Angela Merkel, anche con "lo spettro di un ulteriore downgrade da parte di Moody's e Fitch qualora il comitato bipartisan non riesca a trovare nei prossimi giorni un accordo tra le opposte richieste" (e qui, in primis, il riferimento è alla Francia di Nicolas Sarkozy). Per quel che riguarda la situazione italiana, inoltre, lo scacchiere politico del premier Mario Monti è bloccato. A Roma tiene banco la lotta per diventare vicepremier e sottosegretari, e il programma non decolla: una circostanza che certamente non aiuta i nostri listini. Giù i listini continentali- A pagare il prezzo dello stallo complessivo sono i mercati. Piazza Affari, dove la bacchetta magica di Mario Monti pare non aver sortito effetto, paga un prezzo altissimo: l'indice Frse Mib ha lasciato il 4,74%, mentre l'All Share il 4,57 per cento. Male anche le altre europee: Londra ha lasciato il 2,62%, Francoforte il 3,35%, Parigi il 3,41% e Madrid, nel giorno di Rayoj presidente, ha lasciato il 3,48 per cento. In precedenza parole poco incoraggianti erano arrivate anche da Olli Rehn, il commissario europeo agli Affari economici e monetari: "Non facciamoci illusioni, la crisi sta colpendo il cuore dell'eurozona". In un discorso pronunciato a Bruxelles, Rehn ha sottolineato come lo stallo nella crescita economica finirù per rallentare i miglioramenti che i Paesi membri dell'area euro stanno cercando di apportare alle proprie finanze pubbliche. "Senza un'economia dinamica ed in crescita - ha lanciato il suo monito - l'Europa rischierebbe di diventare irrilevante sulla scena globale". Parole insomma pesantissime. Tensione sui titoli di Stato - L'altro fronte dell'emergenza a cui siamo ormai abituati a rivolgere l'attenzione è quello dello spread, il differenzialte tra i titoli di Stato continentali e quello di riferimento, il Bund tedesco, e che misura il livello del rischio che i titoli non vegano mai ripagati. Lo spread italiano resta altissimo, e dopo aver veleggiato per tutta la giornata intorno ai 480 punti base - ha toccato anche i 487 - ha chiuso appena sotto quota 480. Lo spreda francese continua a flirtare con i record storici, intorno ai 180 punti base. Infine la Spagna, che resta sorvegliata super-speciale anche dopo la vittoria del Partito Popolare di Mariano Rojoy, con uno spread intorno ai 450 punti base. Sprofonda Finmeccanica - Ritornando a Piazza Affari, per Finmeccanica è stata un'altra giornata drammatica: il titolo ha perso il 6,6%, complessivamente dall'inizio di novembre la capitalizzazione si è assottiliata del 40 per cento. Sull'andamento della società pesano le indagini che coinvolgono i manager del gruppo e il presidente Pier Francesco Guarguaglini, dato per dimissionario. Giornata di forti vendite anche sui bancari, con Popolare Milano che ha perso il 6,82%, Banco Popolare il 5,45%, Ubi Banca il 5,28% e Montepaschi il 4,94 per cento. Male anche Intesa Sanpaolo che sprofonda del 5,66%, alle prese con la successione dell'ex consigliere delegato, Corrado Passera, neo ministro allo Sviluppo e alle Infrastrutture nel governo Monti. In rosso anche Unicredit che scivola del 2,99 per cento. Non si salva dalla pioggia di vendite nemmeno la galassia Agnelli che accentua il rosso dopo l'annuncio relativo alla disdetta degli accordi sindacali in atto: Fiat ha perso il 6,84%, Industrial il 5,12% e la cassaforte di famiglia, la Exor, è sprofondata di 7,23 punti percentuali.