Il Pdl non si fida di Monti: Solo sottosegretari tecnici
Non è ancora finita. Il Pdl non ha ancora aperto la porta al governo Monti, e forse non lo farà mai fino in fondo. Come lascia intendere Silvio Berlusconi, quella con l'esecutivo dei secchioni sarà una pace armata, da verificare ogni giorno. Lo si capisce da tanti particolari, da qualche frase dal sen sfuggita. Il primo nodo è la scelta dei sottosegretari e dei viceministri, un braccio di ferro che rischia di replicare i balletti su Amato, Gianni Letta e la presenza dei politici nel governo. "Invece di mandare patetici pizzini come fanno alcuni esponenti del Pd, come capogruppo Pdl al Senato voglio pubblicamente confermare al professor Monti che i sottosegretari devono essere tecnici, e non politici travestiti da tecnici", ha detto chiaro e tondo Maurizio Gasparri. Lo ha confermato anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, anche se a denti stretti ("Io preferivo qualche politico nella squadra"...). Il malumore tra gli azzurri è palpabile, soprattutto tra gli ex An. Alfredo Mantovano, coordinatore politico dei Circoli Nuova Italia e deputato Pdl, ammette: "Sarebbe ipocrita nascondere che in tanti nel Pdl abbiamo votato ieri la fiducia al governo Monti non a cuor leggero", dopo, precisa, "non poca sofferenza nelle riunioni preparatorie al voto, fra i gruppi parlamentari e nell'Ufficio di presidenza". Diffidare dei tecnici - E c'è qualcuno, tra gli ex rappresentanti del governo, che non vede di buon occhio i nuovi arrivati e tantomeno qualche collega in Parlamento: "Che brutta scena - ha detto a Repubblica l'ex titolare dell'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi - vedere i colleghi che applaudivano i professori venuti a spiegarci come non abbiamo fatto bene il nostro lavoro". Un po' c'entra l'0rgoglio, un po' la diffidenza verso i tecnici e i ribaltonisti. ""Il governo Monti, nato con l'evidente obiettivo di ristrutturare il sistema politico, è destinato a fallire", spiega Osvaldo Napoli, secondo cui "qualsiasi ridefinizione del quadro politico studiata per rompere l'asse PdL-Lega è destinata al fallimento perchè essa colpirebbe l'assetto bipolare attorno al quale si è sviluppata, nel bene e nel male, la vita politica italiana". Va giù più duro Renato Brunetta, che ne fa questione personale: "I sottosegretari li analizzeremo uno per uno e faremo loro gli esami del sangue, e basta bigliettini - annuncia il battagliero ex ministro della Pubblica istruzione, riferendosi anche al pizzino inviato dal democratico Enrico Letta a Monti -. I poteri forti ci sono - e li mostreremo uno per uno e ci sono i conflitti di interesse e li dimostreremo uno per uno". A cominciare dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, che molti indicano come il vero premier-ombra in atteso di diventare ufficialmente candidato a Palazzo Chigi nel 2013.