Fini tifa Monti e fa l'anticasta "Via vitalizi a ex onorevoli"

Giulio Bucchi

Anche Gianfranco Fini si riscopre anti-Casta. Fuori tempo massimo, oppure con perfetto tempismo, a seconda dei punti di vista. Caduto Berlusconi, il presidente della Camera, questa mattina a Verona per un incontro del Terzo Polo, parla sempre più da politico e sempre meno da terza carica dello stato (istituzionale e super partes) e sente la necessità di ribadire la sua totale fiducia nell'operato di Mario Monti. E in linea con gli annunci di tagli del nuovo premier, il leadr di Futuro e Libertà promette gonfio d'orgoglio: "L'ufficio di presidenza ha deciso di dare mandato al collegio dei questori per fare una riforma sull'abolizione del vitalizio degli ex parlamentari a partire dalla prossima legislatura". Naturalmente, in questo caso Fini parla da presidente della Camera e non da capo di partito. Sottolineatura doverosa perché spesso non è facile dividere i due piani. Come quando, per esempio, da leader del Terzo Polo afferma: "Oggi prendiamo atto che il tempo prima o poi è sempre galantuomo: quello che è accaduto nei mesi scorsi è la dimostrazione che l'Italia era entrata in una fase impossibile da gestire in ragione di scelte che aveva determinato scelte che rischiavano di farci precipitare". Ora, dunque, dopo aver picconato per bene il governo Berlusconi, si tratta si sostenere quello Monti, cui Fli, Udc e Api si sono detti da subito più che favorevoli. "O l'Italia si salva insieme o affonda insieme - ripete ora Fini, che per mesi ha cercato di erodere numeri al governo, incurante dell'instabilità causata al paese -. Quello di Monti non è uno dei tanti governi, ma l'ultimo governo. Se fallisce Monti, fallisce l'Italia". Fini però è ottimista: "Se ce la mettiamo tutta ce la possiamo fare, anche se nei prossimi mesi sarà dura".