Passera, il ministro che fa paura I conflitti d'interesse di Corrado

Lucia Esposito

Scoppia il caso Passera. Il neo-ministro allo Sviluppo ha lasciato la poltrona di Intesa San Paolo ma non è bastato a far tacere i dubbi su un eventuale conflitto di interesse. Sul Giornale Vittorio Feltri gli scrive una lettera. Gli chiede sostanzialmente "per quale motivo un alto dirigente di una prestigiosa banca debba rinunciare a una laura retribuzione (dai tre ai sei milioni l'anno) per assumersi la responsabilità di un minisitero che prevede una retribuzione di gran lunga inferiore". E Dagospia s'ispira alla lettera che il vicedirettore del Corriere Massimo Mucchetti ha scritto al neo ministro per ritornanre sul tema del conflitto d'interesse. Prospettive - Il punto  è che Passera (che andrà ad ingaugurare le opere pubbliche completate dal governo Silvio) è l'uomo che fa più paura, molta più di Monti, già senatore a vita. Il suo futuro è un'incognita sia per la destra che per la sinistra. Visto senza malizia,  l'abbandono del timone di Banca Intesa può essere un coraggioso balzo verso la vita politica, nel nome dell'Italia. Un salto temporaneo, e quel che sarà sarà. Vista con un pizzico di malizia - o lungimiranza - la scelta di Passera può essere interpretata come una scelta di campo: quello della politica, dove la lunga e proficua militanza nella finanza non può che aiutare. Il nome del banchiere, già in passato, era stato accostato a una futuribile presidenza del Consiglio. In tempi più recenti il nome di Passera pareva poter essere accolto con una fumata bianca nel conclave della sinistra all'eterna ricerca dell'introvabile leader. Corrado, il Papa nero dei democratici? Si era detto, non s'è (ancora) fatto. In tempi più remoti lo stesso nome di Passera era stato accostato a un governo di destra, un esecutivo guidato da Berlusconi in cui avrebbe potuto avere un ruolo di rilievo. Se ne era parlato, ma non è accaduto. Futuro politico - Da che parte starà? Che Passera possa essere uno degli uomini forti di un prossimo governo di destra, però, non si può escludere a priori. Il punto è che la già citata scelta di campo dell'ormai ex ad di Banca Intesa, ossia la politica. Da che parte starà? Troppo presto per poter azzardare previsioni realistiche. Vedremo cosa accadrà in questi mesi. Il mosaico delle prossime alleanze elettorali è tutto da comporre. Passera potrebbe stare di qua. Oppure di là. Pare più ostico vederlo in veste di premier in una coalizione di centrodestra (sono troppi i candidati credibili, la concorrenza sarà spietata e il suo nome, inoltre, potrebbe creare qualche diffidenza tra gli elettori). Non è però fantapolitica vederlo ancora con la pettorina che fu di Tremonti. Sembra invece più facile vederlo alla guida di una coalizione di sinistra, come leader del Partito Democartico. Già le correnti del Pd avevano provato a tirarlo per la giacchetta, senza riuscrci. E il Pd ha bisogno di un leader come dell'ossigeno.