Monti ci promette mazzate: "Mi chiamano Saddam"
Dopo il Senato, Mario Monti incassa una fiducia record anche alla Camera: 556 sì, 61 no. Effetto del clima da emergenza nazionale più che del discorso di Montecitorio, dove il nuovo premier si presenta rispondendo a tono a chi punta il dito contro di lui e il suo governo: "Di poteri forti in Italia non ne vedo. Magari l'Italia avesse qualche potere forte in più". Poi il nocciolo del discorso si è spostato sul governo nascente: "Durerò e dureremo poco. Non un minuto di più del tempo sull'arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia. E’ mia intenzione proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni. Il nostro compito è quasi impossibile, ma ci riusciremo. Non c'è nessuna predeterminazione della durata più breve rispetto alla fine della legislatura", ha proseguito sulla possibile durata dell'esecutivo, che ha così spiegato di voler traghettare fino al 2013: una risposta precisa a Silvio Berlusconi, che aveva ricordato come il Pdl staccherà la spina al governo quando lo riterrà più opportuno. E ancora, proprio sulla dizione "staccare la spina", Monti ha commentato: "Da parte nostra c'è una profonda dipendenza del governo dal Parlamento, non userei il termine staccare la spina. Non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e saremmo incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale", ha commentato con ironia. Fiducia a Montecitorio: leggi la diretta sms di Bechis Guarda il video su LiberoTv: Monti guadagna la fiducia Guarda le immagini nella Gallery Lacrime e sangue - Il presidente del Consiglio ha proseguito sottolineando che "ci sentiamo veramente in spirito di servizio, con un atteggiamento di umiltà ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi" da parte delle varie forze contrapposte, "il che speriamo possa agevolare, decisioni e anche le spiegazioni ai nostri concittadini, di decisioni non facili e gradevoli che dovremo prendere nel breve periodo". Monti preannuncia così sia le lacrime sia il sangue. Quindi una battuta per cercare di rasserenare il clima teso con la Lega Nord. Secondo Monti non c'è nessuna contraddizione tra il federalismo fiscale e il ministero della Coesione territoriale. "Non vedo nessuna contraddizione tra il rispetto, per quanto è gia stato deciso in materia di federalismo che ovviamente il governo intende seguire da vicino nel processo di attuazione, e l'avere istituito una specifica attenzione alla Coesione territoriale, che è il valore che interessa tutti. Dipende dalle modalità con cui viene realizzata, come tutti gli altri temi saremo aperti alla dialettica e al dibattito". Il Saddam Hussein del business - Il premier è poi tornato sulla questione dei "poteri forti", snocciolando un aneddoto. "Molti di voi sono giovani e forse non ricordano vicende di dieci anni fa. Ma questi poteri forti se le ricordano ancora. E' il giorno in cui io proibii una fusione tra due grandissime società americane, benché fosse intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti, l'Economist scrisse che il mondo degli affari americano considera Mario Monti il Saddam Hussein del business". Primo incontro col Papa - Poche ore prima di recarsi alla Camera per la fiducia, il neo-premier ha voluto andare di persona a Fiumicino per salutare il Papa in partenza per il Benin. Il Pontefice ha apprezzato molto e ha fatto gli auguri al nuovo premier. Guarda le immagini nella Gallery