Nominati 50 consulenti inutili: spunta la casta degli alluvionati

Costanza Signorelli

Prima l’inadeguatezza del sindaco di Genova Marta Vincenzi, che ha inanellato figure di melma una dietro l’altra, tanto da giocarsi la fiducia (e il rispetto) dei concittadini e l’appoggio di un Pd che non l’ha mai amata davvero, e che non la vuole vedere nemmeno dipinta alle prossime primarie per le comunali. Poi i tentennamenti del presidente della Regione Burlando (Pd), impegnato in giravolte da atleta per giustificare il nuovo regolamento regionale che accorcia la distanza dagli argini per poter edificare da 10 a 3 metri. La politica ligure - targata centrosinistra, che qui regna da decenni - ha dato il peggio di sé di fronte all’alluvione. L’ultimo a esibirsi è il presidente della Provincia di La Spezia Marino Fiasella. Dai suoi uffici è nata l’idea di arruolare una cinquantina di consulenti tecnici esterni per stimare i danni provocati dall’acqua e dalle frane. Geologi, ingegneri, esperti dissesti idrogeologici, messi a libro paga dell’amministrazione quando la gente è ancora in mezzo alla strada a contare le macerie della propria casa. «Le consulenze sarebbero poche decine - è la difesa di Fiasella - e poi abbiamo concordato parcelle a prezzi stracciati con l’ordine degli ingegneri». Ma l’opposizione di centrodestra denuncia uno spreco di due tipi: economico e “logico”. «Ma come, la regione stima in un miliardo di euro e rotti i danni dell’alluvione e si buttano via soldi in questa maniera - attacca il presidente della commissione Bilancio Davide Parodi, Pdl -. E poi mi risulta che tra i nostri tecnici e quelli presenti nei comuni vicini alle zone alluvionate si tratta di centinaia di elementi, che bisogno c’è di questi cinquanta?». In primavera ci sono le primarie per rinnovare la guida della Provincia, e i maligni vociferano di «facile pubblicità» che Fiasella vorrebbe farsi con le consulenze. Per tacere le malelingue il presidente si è affrettato a specificare che solo 8 membri della pattuglia di tecnici sarebbero stati pagati, mentre gli altri avrebbero lavorato gratis, ribadendo che «abbiamo centinaia di frane e non possiamo stimarle tutte con il solo personale tecnico della Provincia, non abbiamo abbastanza forze». «Ci è stato comunicato che la spesa non supererebbe 10mila euro - continua il consigliere Pdl Parodi - ma dato che della decisione non siamo stati minimanente avvisati, chiederò chiarimenti ufficiali in aula». Beffa nella beffa, nei giorni immediatamente successivi alla tragedia d’acqua e fango dagli uffici tecnici di diverse province e comuni in tutta Italia è arrivata la disponibilità a fornire “capitale umano”, ovvero tecnici qualificati - pubblici - gratis. Quei tecnici ed esperti privati che Fiasella vorrebbe remunerare per accelerare le operazioni di stima dei danni, potrebbero dare una mano senza gravare con alcuna spesa per le casse dell’amministrazione. «Verissimo - conferma ancora Parodi - abbiamo ricevuto molte offerte di aiuto, più di una provincia si è detta disponibile». Cosa che per altro aveva fatto la stessa amministrazione spezzina in occasione del terremoto dell’Aquila, fornendo esperti e tecnici «ma ovviamente non avevamo mica esibito la nota spese». Tra le mani tese, ci sarebbe quella della provincia di Trento, che conterebbe in organico bravissimi esperti in mappature aeree - fondamentali per rilevare dall’alto l’esatta geografia del fronte delle frane. Insomma con 280 milioni di danni quantificati - preliminarmente - per Genova e lo spezzino, e difficoltà rigidissime nel recuperare risorse soprattutto dal governo centrale (a maggior ragione ora che di governo non c’è ancora traccia), il presidente Fiasella si sente in vena di generosità. Peccato per lui che il governatore Burlando - suo compagno di partito - non abbia affatto apprezzato facendo chiaramente capire che la cinquantina di persone da assumere sono troppe. di Edoardo Cavadini