Bersani resta col cerino in mano: non vuole Giuliano nell'esecutivo tecnico
Prima Bersani, quindi Alfano. Pausa pranzo al Quirinale con il presidente Napolitano e alle 15 le parti sociali a Palazzo Giustiniani. La seconda giornata di consultazioni del premier Mario Monti prosegue a tappe forzate, non senza sorprese o sussulti. La sorpresa è che a rimanere più spiazzato è il Pd, ovvero il partito da cui ci si aspettava adesione totale al progetto del professore. Il discrimine è la presenza di ministri politici nell'esecutivo. Quando si sparge la voce della presenza del democratico Giuliano Amato e di Gianni Letta nel governo, tutti a pensare: ecco fatto. E invece no: perché proprio i democratici, qualche minuto dopo la consultazione con Monti, hanno frenato sostenendo che "non c'è nulla di vero". Bersani e compagni, dopo la sostanziale apertura arrivata dal Pdl al governo tecnico, continunano a porre veti e condizioni: Napolitano comincia a essere stufo. "Sostegno senza condizioni" - Il Partito democratico ha garantito pieno sostegno al governo di Monti "senza condizioni". In realtà di condizione ce n'è una: no a ministri politici. Anche per questo il Pd ha smentito le voci di presenze di Giuliano Amato e Gianni Letta nell'esecutivo. In ogni caso, dopo un'ora di consultazioni a Palazzo Giustiniani, Bersani conferma la disponibilità dei democratici a fare da spalla al professore. "Noi diamo pieno e convinto sostegno ad un governo di autorevole e forte caratura tecnica e non per sostenere meno ma meglio Mario Monti". Una formula un po' bizantina, visto che era stato lo stesso Monti a chiedere ieri un coinvolgimento diretto di Alfano, Casini e lo stesso Bersani nella squadra di governo, come ministri. Un parziale distinguo, quello del segretario democratico, che però aggiunge: "Non abbiamo posto termini al governo". Ma il terrore di venire coinvolti nel governo dei sacrifici pare bloccare i democratici proprio sul più bello.