Calciopoli, condannato Moggi: Per l'ex dg 5 anni e 4 mesi

Andrea Tempestini

Cinque anni e 4 mesi a Luciano Moggi, 3 anni e 8 mesi a Paolo Bergamo, 2 anni e 2 mesi a Innocenzo Mazzini. Con 16 condanne e 8 assoluzioni è andato in archivio il primo grado del processo di Napoli su Calciopoli. La sentenza pronunciata dal giudice Teresa Casoria ha riconosciuto la sostanziale validità dell’impianto accusatorio dei pm: per il collegio giudicante, c'era un’associazione a delinquere che influenzava il calcio italiano e che ruotava attorno all’asse formato dall’ex direttore generale della Juventus (che ha abbandonato l'aula senza rilasciare dichiarazioni), dall’ex designatore arbitrale e dall’ex vicepresidente federale. Le condanne - Giudicati colpevoli anche l’altro ex designatore Pierluigi Pairetto (1 anno e 11 mesi) e gli ex arbitri Massimo De Santis (1 anno e 11 mesi), Salvatore Racalbuto (1 anno e 8 mesi), Paolo Bertini (1 anno e 5 mesi) e Antonio Dattilo (1 anno e 5 mesi). Condanne per frode sportiva anche per una schiera di dirigenti: 1 anno e 6 mesi per Lillo Foti (presidente della Reggina), 1 anno e 3 mesi per Claudio Lotito (presidente della Lazio), 1 anno e 3 mesi per Sandro Mencucci (ad della Fiorentina) e per i fratelli Andrea e Diego Della Valle, proprietari della Fiorentina. Un anno per Leonardo Meani, ex addetto agli arbitri del Milan, e per gli ex assistenti Claudio Puglisi e Stefano Titomanlio. (segue) La storia - I verdetti sono arrivati a oltre 5 anni dai procedimenti che la giustizia sportiva, basandosi sulle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Napoli, ha celebrato tra la primavera e l’estate 2006 accendendo i riflettori   sulla 'rete' capace di alterare la regolarità di interi campionati. Mentre la Nazionale allenata da Marcello Lippi vinceva i Mondiali in  Germania, veniva ridisegnata la mappa del pallone italiano: Juventus in Serie B, penalizzazioni assortite per Milan, Fiorentina e Lazio. Le telefonate nascoste - I 24 imputati sono stati chiamati a rispondere a vario titolo di associazione per delinquere e frode per competizioni   sportive. Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus, ha scelto il rito abbreviato e nel dicembre 2009 è stato condannato a 3 anni. La fase dibattimentale, in 61 udienze nell’arco di 1022 giorni, ha offerto nuovi elementi nella primavera 2010. Il collegio difensivo di Moggi ha portato alla luce numerose intercettazioni inedite che hanno svelato le conversazioni tra dirigenti di altre società, compresa l’Inter, e i vertici arbitrali. Le novità hanno indotto la Juventus a modificare la propria posizione in ambito sportivo. La Vecchia Signora ha presentato nell’aprile 2010 un esposto alla Figc chiedendo la revoca dello scudetto assegnato all’Inter. La procura federale ha stigmatizzato le   condotte dei dirigenti nerazzurri, coperte comunque da prescrizione e quindi non oggetto di procedimenti disciplinari. Dopo oltre un anno, il Consiglio della federcalcio si è dichiarato non competente sulla questione relativa al tricolore 2006.