Dietro i sorrisi la tentazione: sfiduciare Giulio Tremonti

Giulio Bucchi

"Se fossi premier come vorrei io, tu non saresti il mio ministro". Roba vecchia di mercoledì, sempre attuale. Perché anche ieri Silvio Berlusconi è andato giù duro con Giulio Tremonti. Con i suoi, perché almeno in pubblico ha provato a scherzare. C'è il G20, entrambi rappresentano l'Italia e non giova a nessuno fare i separati in casa. E così, ieri mattina, sul volo per Cannes, il Cavaliere scherzava: "Secondo i giornali ti dovrei prendere a cazzotti!", ha detto il premier al ministro dell'Economia, mostrandogli i pugni a mo' di boxeur. Poi, secondo la versione ufficiale, amore e accordo: il premier e il ministro hanno studiato i dossier per il G20. Secondo altri, Silvio avrebbe semplicemente ignorato Giulio, approfittando del volo per recuperare il sonno perso nell’ultima durissima settimana di lavoro. La realtà è che il Cavaliere ce l'ha con Giulio, eccome: "Ha giocato sporco, è andato da Napolitano a raccontargli i contenuti del decreto". Decreto che, in una prima stesura, conteneva anche il processo breve. Logico che il Colle abbia bloccato tutto. Ma il Cavaliere tira dritto: se ottiene la fiducia ed esce indenne da questa storia, "faccio un rimpasto di governo e lo mando via". Il lo, naturalmente, non è rivolto a Napolitano, per cui pure Berlusconi prova un misto di rispetto e diffidenza. E' tutto dedicato a Tremonti.