"La maggioranza non c'è" Governo, ore frenetiche
Un boato, la frase di un politico molto, molto vicino al presidente del Consiglio fa (nuovamente) tremare il governo. "La maggioranza non c'e'". Un'affermazione resa ancora più forte dall'addio del deputato Roberto Antonione che ha mollato il Pdl. L'ex coordinatore di Forza Italia ha annunciato l'iscrizione al gruppo misto. E ha detto chiaramente: "Da oggi non voterò più la fiducia al governo, serve che Berlusconi faccia un passo indietro ed allarghi la maggioranza ad altri partiti". Poi, ed è questo che inquieta la maggioranza, ha precisato: "In Parlamento tutti la pensano come me, anche alcuni ministri, ma non lo dicono a microfono acceso". Insomma, si teme che altri malpancisti in sofferenza possano seguirlo. Gli incontri nella maggioranza - Nel frattempo per il governo è stata una giornata di incontri, discussioni, trattative. In mattinata il vertice a Palazzo Chigi con Berlusconi e i ministri: obiettivo, individuare le misure anti-crisi. In serata si terrà un CdM straordinario in cui verrano presi i primi impegni, in modo che l'esecutivo possa presentarsi al G20 di Cannes che inizia giovedì con qualcosa in mano. Il premier intorno alle 14.30 ha lasciato la presidenza per dirigersi verso Palazzo Grazioli, dove ha ricevuto altri ministri ed altri esponenti della maggioranza. A Palazzo Chigi erano invece rimasti Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Altero Matteoli. Nel pomeriggio anche un ufficio di presidenza del Pdl per fare il punto sulla crisi internazionale. Ruolo attivo del Quirinale - Il Quirinale, intanto, segue da vicino i risvolti della crisi: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è impegnato in un giro di consultazioni. I leader del terzo Polo Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli e i vertici di Fli Benedetto Della Vedova, Italo Bocchino sono staliti al Colle. Alle 18, invece, sarà il turno del segretario del Pd Pier Luigi Bersani insieme ai capigruppo di Camera e Senato Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. Inoltre, secondo fonti parlamentari della maggioranza, si recheranno da Napolitano anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e una delegazione del Pdl, guidata dal segretario Angelino Alfano. "No al governo tecnico" - Così, tra un 'boatos' sulla maggioranza che non c'è e un summit di maggioranza, continua a tenere banco l'ipotesi di un governo tecnico affidato a un traghettatore. Ma la maggioranza continua a rifiutare l'ipotesi. Il ministro per l'attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, dopo il vertice di Palazzo Chigi è stato perentorio: "Né Bossi né noi Dc del Pdl permetteremo mai un altro governo senza Berlusconi. Quindi sia chiaro a tutti che se cadiamo si va al voto". Poi ha parlato il ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi, reduce da un incontro con il Cavalieretenuto nel primo pomeriggio. "Berlusconi è determinato ad andare avanti", ha tagliato corto Ronchi, che al suo fianco aveva Adolfo Urso e Giuseppe Scalia . I tre non hanno voluto dire nulla sulle misure anti-crisi che verranno affrontate questa sera in Consiglio dei Ministri. "Si faranno riforme nell'interesse dell'Italia", si sono limitati a spiegare. Il mantra dell'opposizione - Anche l'opposizione si è riuntia: intorno alle 13 si è riunito l'ufficio di presidenza dell'Italia dei Valori, mentre poco dopo ha preso il via a largo Nazareno il vertice del Partito Democratico, convocato dal segretario Pierluigi Bersani (con lui la presidente Rosy Bindi, il vicesegretario Enrico Letta e i capigruppo parlamentari). La sinistra non cambia il ritornello e chiede ancora un passo indietro di Berlusconi. L'ipotesi a cui starebbero lavorando sinistra e i partiti del Terzo Polo sarebbe quella di un esecutivo di emergenza nazionale da affidare a una personalità super partes (il governo Mario Monti ipotizzato e caldeggiato anche da Giorgio Napolitano, per capirsi) che adotto le misure urgenti per fare fronte alla crisi e che traghetti le Camere sino al termine della Legislatura. Incognita Lega - All'interno della maggioranza resta poi l'incognita Lega. Nell'ultimo voto di fiducia il governo si è salvato per soli quindici voti, e uno 'sbandamento' del Carroccio potrebbe risultare fatale per l'esecutivo. Il punto è che Umberto Bossi non cederà mai sulle pensioni di anzianità, e una revisione del sistema previdenziale, pressochè sicuramente, sarà uno degli argomenti buttati sul tavolo dal premier nel CdM di mercoledì sera. Considerati tutti questi elementi e i malumori sempre più frequenti all'interno del Pdl, l'esternazione di quel politico molto, molto vicino al presidente del Consiglio di cui vi abbiamo dato conto all'inizio dell'articolo non sembra poi così campata in aria.