Arriva la stangata di Berlusconi Tra le misure il prelievo forzoso

Lucia Esposito

Una riunione fino a tarda sera con i ministri economici e i vertici della Lega a Palazzo Chigi. E questa sera, o al più tardi domani mattina, dopo una nuova riunione interministariale, il consiglio dei ministri per varare il maxiemendamento al disegno di legge di stabilità - l’ex Finanziaria - con i contenuti dell’“agenda Europa”. È questa la strada che ha scelto il governo per far fronte alla crisi che sta colpendo l’Italia, con i mercati a picco e lo spread in rialzo. «Agiremo con tempestività e rigore per tradurre in concreto le misure annunciate nella lettera all’Unione europea, misure che illustreremo anche al G20», ha detto ieri il premier. Ripetendolo al telefono anche nel colloquio con Angela Merkel. Restava però ancora da decidere con quale strumenti intervenire. Incognita Bossi Dopo una lunga riunione a Palazzo Chigi, è stato trovato l’accordo: sarà un maxiemendamento al ddl di stabilità all’esame del Senato a contenere le prime misure. Obiettivo: approvare il testo a Palazzo Madama entro il 15 novembre e subito dopo passare alla Camera. Non è escluso, tuttavia, che il governo emani un decreto-legge da affiancare al maxiemendamento. I margini di manovra del Cavaliere, però, rimangono stretti perché Umberto Bossi ancora non vuole toccare l’unico vero tasto che potrebbe dare subito ossigeno ai conti pubblici, ovvero le pensioni. «Se la Lega mollasse sulla previdenza, tutto sarebbe più semplice e anche l’Europa non ci starebbe con il fiato sul collo. Ma non potendolo fare, siamo costretti a giocare di rimessa, con provvedimenti sacrosanti, ma più a lungo termine», spiegano da Palazzo Chigi, dove Silvio Berlusconi avrebbe aperto la porta, seppur in un secondo momento, all’ipotesi patrimoniale. Le misure Per adesso le misure cui sta lavorando il governo riguardano privatizzazioni e dismissione del patrimonio pubblico; liberalizzazioni; fisco; semplificazioni; lavoro (via libera alla “proposta Ichino”); accelerazione dei processi civili. Dismissioni degli immobili.  Il piano per le dismissioni prevede una serie ingente di immobili dello Stato da vendere, in primis quelli appartenenti ai ministeri, come quello della Difesa. Si tratta di una misura a costo zero che farebbe guadagnare alle casse dello Stato almeno 5 miliardi di euro all’anno nel prossimo triennio. Liberalizzando alcune regole nel mercato del lavoro (dagli orari dei negozi ai carburanti fino alle assicurazioni), invece, l’esecutivo vuole incentivare lo sviluppo e la volontà a investire da parte delle imprese. Anche questa misura sarebbe a costo zero. Prelievo forzoso  Tra le misure che si stanno vagliando c'è anche l'idea di una patrimoniale o di un prelievo forzoso sui conti correnti e sui depositi bancari. Una soluzione adottata dal governo Amato nel 1992 che prelevò il sei per mille dai conti correnti. Semplificazioni normative Legato alle liberalizzazioni c’è il capitolo delle semplificazioni normative, che può riguardare sia le imprese sia i singoli cittadini. Avrebbe effetti sia sul risparmio per lo Stato sia sullo sviluppo. Un altro modo per recuperare risorse è quello del concordato, una sorta di condono fiscale mirato verso persone e imprese che potrebbero avere evaso il fisco, ma stabilito prima con un accordo tra l’agenzia delle entrate e gli stessi soggetti in questione. Abolire le agevolazioni fiscali Altra misura allo studio è l’abolizione delle agevolazioni fiscali e assistenziali in modo da recuperare risorse da qui al 2014. E si è tornato a parlare di un ulteriore aumento dell’Iva. Più a lungo termine, invece, è il piano per le infrastrutture al Sud e l’idea di dare soldi alle imprese tramite la Cassa depositi e prestiti, passando attraverso le banche. di Gianluca Roselli