Il Guardasigilli indaga sui pm Ora lo vogliono uccidere
Il clima d'odio mette nel mirino il ministro della Giustizia. Lunedì sono state indirizzate lettere con minacce di morte a Francesco Nitto Palma per aver avviato le ispezioni presso le procure di Bari e Napoli relative alle inchieste sulle escort. Per questo motivo la tutela nei confronti del Guardasigilli sarebbe stato potenziata. Le lettere risalirebbero a una ventina di giorni fa, poco dopo dunque l'invio degli ispettori deciso da Palma per verificare eventuali irregolarità nella conduzione delle inchieste sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze del premier Silvio Berlusconi. Non un bel segnale, che conferma in parte l'allarme lanciato dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a proposito di terrorismo e tensioni sociali. Troppe ombre - Gli ispettori, guidati dal vicecapo degli 007 del ministero, Gianfranco Mantelli, hanno il compito di fare luce su tre circostante: il fatto che siano stati i pm (e non il giudice) ad emettere un decreto con cui è stato sollevato dal segreto professionale l'avvocato Quaranta, uno dei legali di Tarantini, la fuga di notizie su un'intercettazione tra l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola e Berlusconi pubblicata dal settimanale L'Espresso prima ancora che venisse depositata e la revoca della competenza ad indagare, passata dalla procura di Napoli in parte a Roma e in parte a Bari in merito agli oltre 500 mila euro che il premier diede a Tarantini tramite Lavitola, tuttora latitante. Le reazioni - Immediate le espressioni di solidarietà espresse dal mondo politico. Il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano parla di "odio sociale montante, operazioni massmediatiche di presunti mostri sbattute in prima pagine, continui sconfinamenti tra poteri e dichiarazioni strillate buttate come dinamite sul fuoco". "E' in questo clima arroventato - denuncia Romano - che nascono le condizioni per le azioni peggiori". Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti sottolinea la "attività puntuale e trasparente messa in campo sin dall'inizio" dal ministro, che "evidentemente deve aver dato fastidio a qualcuno". "L'odio che qualcuno fomenta - attacca Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera - contribuisce ad avvelenare i pozzi. Le forze politiche - conclude - devono vigilare e lavorare per la salvaguardia degli spazi di libertà e democrazia contro ogni forma di violenza".