Attacco kamikaze a Kabul Muoiono dieci soldati Nato
Ci sarebbero i talebani dietro l'attacco al convoglio militare a Kabul costato la vita a dieci soldati stranieri della della Forza Nato in Afghanistan. Un kamikaze si è fatto esplodere sulla piazza Darul Aman, vicino ad un edificio del Parlamento afghano, già pesantemente bombardato durante la guerra, nella periferia sudovest della capitale. I vigli del fuoco stanno cercando di spegnere le fiamme che si sollevano dai veicoli che hanno preso fuoco. Due elicotteri Nato, rifersice l'Associated Press, stanno portando via le vittime dell'attacco. Altri feriti stanno invece ricevendo cure sul posto. Nell'attentato al convoglio sarebbero stati uccisi anche alcuni civili, almeno quattro. I talebani hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco con un messaggio inviato ai media. In contemporanea una adolescente afghana che indossava un burqa si è fatta esplodere vicino ad un edificio dei servizi di intelligence ad Asadabad, capoluogo della provincia orientale di Kunar, causando feriti ma non vittime. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pajhwok. Una fonte della direzione nazionale della sicurezza (Nds) ha indicato che la giovane ha attirato l'attenzione delle guardie della sicurezza per il suo atteggiamento sospetto. Dopo alcuni avvertimenti, gli agenti hanno cominciato a sparare, e la ragazza ha prima risposto con una pistola e poi ha attivato l'esplosivo che nascondeva sul corpo. Un testimone oculare, ha confermato che lo scoppio è avvenuto davanti al cancello della sede della Nds. La provincia di Kunar si trova nella zona al confine con il Pakistan, focolaio dei militanti. Questo mese le forze afghane e statunitensi hanno condotto operazioni congiunte nella provincia di Kunar uccidendo oltre 100 insorti. Un terzo agguato è avvenuto poi nel sud del paese dove un uomo con l'uniforme dell'esercito afgano, secondo quanto reso noto da un comunicato dell'Isaf, la forza multinazionale sotto l'egida dell'Alleanza atlantica, ha ucciso due soldati della Nato. L'assassino è stato poi ucciso.