Successore di Bossi, gli Usa: "Sarà un varesotto ignorante"
Gli Stati Uniti si interessavano (e probabilmente continuano a interessarsi) anche della successione nella Lega Nord. Chi dopo Umberto Bossi?, si chiedevano ancor prima che le schermaglie per raccogliere lo scettro del Senatùr inziassero ad assumere i connotati della guerra fratricida che, oggi, pare essere in atto. Il diplomatico Ben Wohlaure, in un cablogramma pubblicato da Wikileaks (il portale di Julian Assange continua la sua opera di spionaggio...), ha le idee ben chiare: il 'prossimo Bossi' dovrà provenire dal Veneto o dalla Lombardia - l'optimum sarebbe Varese - e può anche essere un ignorante. Già, il signor Wohlaure il 19 agosto del 2009 scriveva che per chi raccoglierà l'eredità del Senatùr "l'istruzione non è essenziale". Cerchisti favoriti - Cultura a parte, secondo l'identikit tracciato dagli Stati Uniti, il probabile successore ha tutte le caratteristiche di quelli che oggi chiameremmo 'cerchisti', i rappresentanti del cerchio magico stretti attorno alla figura di Umberto, leader storico, padre e (forse non più) padrone del Carroccio. "E' improbabile che quando Bossi morirà il circolo ristretto dei vecchi colonnelli lasci le redini immediatamente", recita il cablogramma vergato un lustro dopo l'ictus che colpì il Senatùr. Tris di Roberti - Il dispaccio fa poi anche dei nomi. In testa, appunto, restano i colonnelli un po' attempati. Un tris di Roberti: Maroni, Calderoli, Castelli. Del primo si dice che "la sua corrente si sta facendo sempre più forte dopo le vittorie a Brescia in Val Camonica". Oggi quella corrente pare essere diventata quasi maggioritaria (e ciò, paradossalmente, indebolisce le aspirazioni di leadership del titolare del Viminale, attorno al quale Bossi sta cercando di fare terra bruciata). L'analisi di Wohlaure sottolinea poi l'importanza della provenienza: probabile e auspicabile che il futuro leader provenga da Varese, "provincia influente per l'aeroporto internazionale di Malpensa". Guarda un po' Tosi... - La lista snocciolata nel cablo recita altri nomi. Quotatissimo Giancarlo Giorgetti: "Molti contatti politici sostengono che sia il successore logco di Bossi per il suo impeccabile pedigree leghista e per i legami personali fortissimi col capo". Quindi si cita Marco Reguzzoni e la sua lunga militanza. Infine spunta anche Flavio Tosi: "Nonostante la retorica ardente e l'azione populista è un amministratore efficiente e ha una solida base di sostenitori grazie alla sua tolleranza zero contro la delinquenza". Poi il diplomatico svela che lo strappo Tosi-Bossi affonda le radici più in là nel tempo, e non soltanto nelle ultime fragorose settimane di cronaca politica. "Tosi - continua Wohlaure - sta provando a costruire un'immagine più moderata e lo fa rafforzando i suoi legami con gli Stati Uniti, rendendosi regolarmente disponibile a incontrare i diplomatici". Insomma, il sindaco di Verona aveva già cominciato a ritagliarsi i suoi spazi. Il dispaccio spiega: "E' apprezzato e creduto da Bossi". Ecco, forse qualcosa da quel 2009 è cambiato.