Olindo vuole Rosa accanto a sé Ma il vicino di cella è Lele Mora
Un amore che oltrepassa le sbarre. E' il legake tra Olindo e Rosa raccontato da Bruno Vespa nel suo ultimo libro "Questo amore" (ed. Mondadori - Rai Eri, da oggi in edicola.). Il giornalista si reca prima nel carcere di Bollate, dove è carcerata Rosa, e poi in quello di Opera, dove è rinchiuso Olindo. E fa da tramite. per messaggi d'amore a distanza tra i due. Rosa Bazzi si sente ancora casalinga e dedica il suo tempo a "ricamare lenzuola" per Olindo; vorrebbe anche "stirargli le camicie", come una volta. Poi lo vezzeggia, burlandolo: "Ora Olindo è diventato un po' cicciotto e barbone". Olindo: "Sono una marmotta" - E in effetti Olindo Romano è ingrassato di qualche chilo. Passa il tempo dormendo e guardando la tv: "come una marmotta", dice. Condivide il suo luogo di prigione con un vicino di cella famoso, Lele Mora. Olindo lo chiama "Lele", amichevolmente. Anche se l'uomo accusato per l'omicidio di Erba, vorrebbe Rosa accanto, se non proprio nella sua cella, quanto meno nello stesso carcere. Lo aveva già dichiarato in aula di tribunale. "Prima del giudizio definitivo - disse - mi piacerebbe avere la cella metrimoniale". Come in un albergo. Ma l'amore di Olindo per Rosa supera le distanze. Lo sente, racconta a Vespa, "come una forza nel cosmo che ci unisce per sempre". Infatti, continua, "se la luce non è più la cosa più veloce, il nostro legame resta immutabile". Il racconto del giornalista ora serve a tenerli più uniti. Dante aveva capito tutto: "galeotto" fu il libro e chi lo scrisse.