Marco, morto per restare in pista La passione fatale di Simoncelli
Sic, così. Così forse doveva essere la sorte di Marco Simoncelli, chiamato da amici e tifosi con quel soprannome: Sic. Adesso alcuni azzarderanno anche un acronimo per quel nome, insieme al R.i.p. (Riposa In Pace) che tanti, da Valentino Rossi a molti suoi tifosi hanno scritto su twitter e manifesti. Sic, ovvero "Sei In Cielo". A Coriano, il suo paese, è lutto pieno in attesa che la salma torni a casa, da Sepang, domani. Guarda il video choc della morte in diretta: http://tv.libero-news.it/video/102754/Addio_Sic__e__morto_Simoncelli.html Una vita a tutto gas - A lungo però Marco è stato attaccato a terra, o meglio all'asfalto. Anche ieri ha tenuto aperto il gas fino in fondo, per non mollare, per non uscire di pista, per non rinunciare alla gara. E' morto perché tremendamente attaccato al suo sport. Ecco perché la sua moto ha preso quella direzione apparentemente innaturale, non proseguendo lungo la tangente, ma convergendo verso il centro. Una manovra che sembrava sfidare le leggi della fisica, la forza centripeta che si impone sulla forza centrifuga. Alcuni hanno pensato a un malore, altri a un difetto della moto. E invece no, Marco ha voluto restare dentro fino all'ultimo, a tutto gas, com'era nel suo stile. Un'abitudine a staccare solo all'ultimo che aveva preso dal suo amico e mito Valentino, che gli era dietro in quel momento fatale. L'ultimo video: "Ho voglia di correre" - Dopo tutto, la voglia di scendere in pista Marco l'aveva dimostrata già alla vigilia della gara di Sepang. “Ho voglia di correre - e magari di salire sul gradino più alto del podio”, aveva detto nel suo ultimo video pubblicato sul suo canale su Youtube. Frasi ricorrenti per l'innamorato di moto Simoncelli. A inizio luglio, prima della gara del Mugello, il motociclista sognava di rifarsi dopo il gran premio andato male ad Assen e aveva annunciato: "La moto va bene e non vedo l’ora di tornare in pista domani mattina". Forse non lo perderà neppure ora, Simoncelli, il suo Gran Premio: la ricompensa che spetta ai giusti morti troppo giovani.