Fanfare, modelle e carezze Scilipoti omaggia Berlusconi
Belle modelle, fanfare, inno di Mameli sparato a tutti decibel. Così Domenico Scilipoti ha aperto a Silvio Berlusconi le porte del suo piccolo regno, il Movimento di Responsabilità nazionale, che oggi celebra il congresso all'Auditorium del Massimo dell'Eur, a Roma. "Fratelli d'Italia" e pure di palco, perché una volta salito il premier fa spettacolo. Ringraziando naturalmente Scilipoti, che il 14 dicembre 2010 salvò di fatto il governo. "Non posso che essergli riconoscente", ammette il Cav. Che poi ripercorre la sua avventura politica, dalle "aggressioni mediatiche e giudiziarie fin dal 1994" fino alle ultime carriolate di fango, con "le mie cene eleganti e corrette trasformate in cose indicibili e licenziose". Senza Silvio, si chiede Scilipoti, "dove andremo a finire? Se abbattiamo il governo e apriamo una crisi al buio, dove si andrà a finire? Ve lo dico io...". Ma Berlusconi prima lo rincuora: "Spero anche questa volta, anche grazie al vostro aiuto, di poter durare 5 anni grazie alla mia personale autorevolezza". Quindi lo spaventa, paventando il sempre più vicino addio alla politica: "La mia ambizione, uscendo da questa fase di impegno politico, sarà quella di aver lasciato all'Italia una formazione storica che incarna valori liberali e democratici per potersi contrapporre come un'unica formazione alla sinistra dilaniata dalle divisioni". La formazione, che molto probabilmente non si chiamerà Pdl, dovrà essere un cardine del sistema politico italiano basato sul bipolarismo, "quello che ho cercato di fare io". Sacrifici personali - Sono stati, ha ribadito il Cavaliere, 17 anni di sacrifici personali. Quando decise di scendere in campo "mi dissero tutti, non farlo, te ne faranno di tutti i colori, ciò che esattamente è accaduto anzi ancora peggio: ho avuto contro giudici, televisioni e giornali, da quando sono sceso in campo non mi hanno fatto mancare nulla, aggressioni mediatiche politiche e sono il recordman di aggressioni giudiziarie con 40 processi e 103 indagini giudiziarie, aggressioni fisiche (cita l'episodio della statuetta, ndr) e patrimoniali (ricorda i 560 milioni di euro pagati per la sentenza sul lodo Mondadori, ndr) e infine calunnie. Hanno cercato di rovinarmi". Ora però c'è da lottare anche contro il sistema politico che limita i poteri del premier: "Non posso dimissionare un ministro", si lamenta il Cav. "La nostra Costituzione dà al presidente del Consiglio solo una possibilità di suggerimento ma nessun potere. Il premier e il governo hanno solo il potere di proporre alle Camere disegni di legge e decreti legge, niente di più".