Branca: "Mai più Ibra e Eto'o Ecco la mia Inter low cost"
Marco Branca campava di gol. Ci sapeva fare, magari non come Eto’o, ma i numeri non dicono balle: solo all’Inter in tre stagioni ha messo in rete 25 palloni (52 presenze). Provateci voi. Poi all’Inter è tornato da dirigente: nel 2002 è capo degli osservatori, l’anno successivo viene promosso a responsabile dell’area tecnica e compra e vende e vince e mette il broncio e sorride e si lascia scivolare tutto addosso: critiche, lodi, accuse, fantasie. Branca, contro il Lille l’Inter ha finalmente “scollinato”. «Il calcio è imprevedibile, il peggio è sempre dietro l’angolo». E l’ottimismo è il profumo della vita. Penserà mica che questa è una stagione disgraziata. «Ci sono mille ragioni per cui le cose vanno in un certo modo, ma noi siamo sereni e convinti della bontà del nostro lavoro». In tanti la criticano apertamente: “Branca ha sbagliato il mercato”. «Non mi interessa quel che dice la gente, io penso a fare del mio meglio». Sì ma, suvvia: Castaignos, Jonathan, Alvarez... «Tutti giocatori che riprenderei oggi stesso. Devono solo ambientarsi e imparare ritmi e atmosfere del nostro campionato». I tifosi dell’Inter fanno gli scongiuri. «Senta, sarò chiaro: anche a me piaceva fare il mercato dei Vieira e degli Ibra, ma il calcio è cambiato. È ora che la gente apra gli occhi». Ma “la gente” vuole vincere... «Lavoriamo per questo, solo che invece di comprare “prodotti finiti” puntiamo sui giovani e con i giovani bisogna avere pazienza. Alternative non ce ne sono». Lontani i tempi di Eto’o... «Eto’o c’ha messo sette mesi prima di ambientarsi a Milano. Fino a febbraio 2010 ha fatto fatica anche lui. Vedrete che i nuovi faranno benissimo, garantisco». A gennaio arriva qualcuno? Sia sincero. «Questi sono fatti miei e della società. Dobbiamo valutare...». Eto’o vi ha chiesto di essere ceduto o l’avete venduto per scelta vostra? «Non c’è stato bisogno di dirsi una parola: lui doveva andare, noi dovevamo vendere. È stato tutto naturale...». Si dice che si sia già stufato di stare in Russia. Qualcuno sostiene che tornerà all’Inter a gennaio. «Tutte fantasie, non ci sono i presupposti per una cosa del genere. Potenziali infortuni, questioni economiche e orgoglio dei dirigenti russi sono fattori che ci impediscono di intavolare una trattativa. Ma la questione è un’altra...». Non ci sono soldi, abbiamo capito... «No, semplicemente l’Inter guarda avanti, ha i suoi piani e i suoi progetti. Non avrebbe alcun senso riprendere Eto’o “a tempo”». Parliamo dei progetti. «Entro fine stagione avremo 10-11 giocatori con un ingaggio lordo inferiore ai due milioni di euro: una cosa mai successa. So anch’io che non è un discorso divertente, ma necessario sì. Lo sa vero che da due stagioni l’Inter si auto-finanzia?». Ma se l’altro giorno Moratti ha staccato un assegnino di 40 milioni per ripianare il bilancio... «Non faccia confusione: sto parlando di stipendi dei giocatori. Senza il nostro piano di riduzione degli ingaggi quell’“assegnino” sarebbe stato molto più corposo». Ormai lei e i suoi colleghi siete diventati dei contabili, dev’essere frustrante... «È il nostro lavoro e, per quanto ci riguarda, lo facciamo bene. Si parla tanto del mercato a costo zero del Milan, ma con i soli contratti fatti a Taiwo e Mexes - multimilionari e pluriennali - noi copriamo tutta la nostra campagna acquisti». In serie A c’è aria di depressione. «Solo il Napoli ha fatto - parzialmente - il mercato come ai vecchi tempi, gli altri si sono arrangiati». In passato qualche colpaccio low cost l’ha fatto anche lei. «Qualche? Julio Cesar, Cambiasso e Maxwell a zero, Maicon a 6 milioni, Sneijder a 15... E altri ne faremo». Il suo affare migliore? «Il prossimo...». C’è chi sostiene che tra lei e Moratti non ci sia più l’armonia di un tempo. «Tutte chiacchiere. Lavoro con lui da nove anni ed è tutto come il primo giorno. Abbiamo un rapporto di lavoro intenso. Lasciamo parlare chi vuol parlare...». Ma per la questione Forlan s’è incavolato come una biscia... A proposito, dica la verità, è colpa sua? «Sono state raccontate e scritte cose false. Le dirò questo: quando abbiamo scoperto che Diego non poteva giocare la Champions, un minuto dopo mi sono assunto le mie responsabilità col presidente Moratti». Cosa le ha detto? «Queste, me lo consenta, sono cose nostre...». di Fabrizio Biasin Vai al blog personale