Mai più animali come cavie Stop alla vivisezione
Basta con gli allevamenti lager in Italia. Si volta pagina. Non si potranno far crescere animali domestici destinati alla vivisezione. Si chiudono finalmente tutte le “fabbriche di morte” che tirano su cani, gatti e conigli con il solo scopo di poterli fare a fettine in laboratorio. «È una rivoluzione culturale», esulta (insieme ai 12 milioni di bestioline utilizzate nel nostro Paese per gli esperimenti) il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, presidente del Comitato per la creazione di una Italia “animal friendly”, che ieri ha proposto e ottenuto l’approvazione (in commissione Affari Sociali) delle misure che cambieranno radicalmente lo scenario della sperimentazione animale. «Abbiamo corretto i grandi errori della direttiva europea 63/2010, che non protegge affatto gli animali, e abbiamo introdotto in modo definitivo il principio per cui l’utilizzo degli animali, in quanto esseri senzienti e portatori di diritti, deve essere abbandonato in favore dello sviluppo di metodi alternativi in vitro», dice entusiasta l’onorevole Brambilla. In attesa che siano perfezionati metodi sostitutivi della sperimentazione sugli animali sarà possibile effettuare test su cani, gatti, conigli e primati solo con l’autorizzazione del ministero della Salute e del Consiglio Superiore di sanità. Purché non soffrano: sarà obbligatorio l’uso dell’anestesia. Non solo. Gli animali non potranno essere più utilizzati per esercitazioni didattiche (salvo la presenza di medici e veterinari altamente formati) e per esperimenti bellici. La Brambilla animalista da 10 e lode - da sempre impegnata personalmente e con il governo accanto a quel 35 per cento di italiani che vive con un amico a quattro zampe e quel 90 per cento che gli animali li ama e li rispetta - è molto soddisfatta. «Mi ero impegnata con tanti cittadini, associazioni animaliste e comitati spontanei che si sono mobilitati contro lo stabilimento Green Hill di Montichiari, dove sono allevati cani di razza beagle destinati ai laboratori», spiega. «Pochi giorni fa avevo postato sulla mia pagina personale di facebook e su quella creata dai militanti animalisti, un messaggio di solidarietà con una promessa di aiuto concreto per fermare quello che considero un vero e proprio orrore indegno di un grande Paese civile. Sono felice di poter dire che ho mantenuto la mia parola». Ora tutto «sarà condotto in modo più etico, limitando al minimo la sofferenza degli animali, l’obbligo al ricorso di anestesia o di analgesia serve proprio a evitare esperimenti crudeli», dice Gabriella Giammanco (Pdl). «Il nostro emendamento tra l’altro permetterà di attivare un sistema ispettivo e sanzionatorio volto a garantire il benessere degli animali da laboratorio. Oggi è stato compiuto un grande passo in avanti nel cammino di civiltà che la storia ci impone». Un grande passo avanti, lo è anche per il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che sottolinea l’importanza di un emendamento «equilibrato», proprio perché non solo vieta l’allevamento di animali domestici e obbliga a intervenire in modo indolore in caso di esperimenti sugli animali ma «tiene anche conto» dello «sviluppo dei metodi alternativi». di Daniela Mastromattei