Valsusa, domenica sarà guerriglia: teppisti scatenati

Giulio Bucchi

In Val Susa il conto alla rovescia è iniziato sabato sera, quando i valligiani hanno visto in tv i disastri provocati a Roma dalle frange dei violenti al corteo degli indignati. Quegli stessi personaggi, sfuggiti alle maglie (larghe) della giustizia, sono pronti a rimettere lo zaino in spalla, pieno di maschere antigas, spranghe, bastoni e fionde, e partire per il Piemonte, direzione Chiomonte. In parallelo le forze dell'ordine alzano la voce: "Siamo senza armi e senza benzina". I No Tav - Domenica 23 ottobre è in programma una nuova manifestazione dei No Tav, che già nei mesi scorsi hanno dato prova di essere assai permeabili ai metodi dei facinorosi. Scontri con la polizia, molotov e sassaiole erano prassi comune in quelle lunghe notti di violenze. A maggior ragione, il cantiere della linea Tav Torino-Lione tornerà ad essere il banco di prova per le loro tecniche di guerriglia. Le forze dell'ordine in azione a Roma hanno sottolineato come tra gli indignati ci fossero molti esponenti dell'area anarco-insurrezionalista, anche torinese. Domenica a Chiomonte saranno tutti lì, a giocare in casa, pronti a sfasciare. L'obiettivo dichiarato è tagliare le reti "illegali" che proteggono il cantiere a forza di tronchese e cesoie. Il tutto avrà inizio alle 10.30, si attendono ore di tensione. E tornano d'attualità le parole del ministro degli Interni Robero Maroni dopo gli ultimi incidenti: "Questi vogliono uccidere". Aizzatori - "Siamo convinti che succederà qualcosa di brutto, i poliziotti provarenno in tutti i modi a fermarci", avverte Alberto Perino, 66 anni, tra i leader della protesta. Dalle pagine della Stampa, il bancario in pensione aizza gli animi: "Spaccare quelle reti è un diritto. Perché la Tav non si farà mai, noi romperemo i coglioni sempre!". L'aria, in Val Susa, è pesante. Domani ci sarò un coordinamento dei comitati, giovedì una assemblea popolare per decide il da farsi. Banalmente, se fare come a Roma. A questo proposito, Perino ha le idee chiare. "Lanciare sassi? Provate voi a stare dentro una nube di lacrimogeni e poi ditemi se vi incazzate o no...". E di fronte ai 321 poliziotti feriti al cantiere della Maddalena negli ultimi tre mesi, alza le spalle: "Domanderemo ai giudici, se ne hanno il coraggio, di andare a chiedere tutte le cartelle cliniche". Ultraviolenti - "Prenderemo il cantiere con tutte le armi che abbiamo a disposizione". Anche per posizioni come quelle di Perino i Servizi nazionali hanno consigliato a Questura e Digos di alzare il livello di allarme. E' stato già aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione a delinquiere. "La partecipazione alla mobilitazione di componenti radicali - scrivono nel loro rapporto i Servizi segreti, come riporta la Stampa -, di una consistente presenza anarco-insurrezionalista guidati dai due leader d'area anarchica Massimo Passamani (uno dei teorici della rivolta violenta, ndr) del gruppo di Rovereto e di Luca Abbà del gruppo del Cels rischia di innalzare ulteriormente il livello della contrapposizione". Sindaco e abitanti di Chiomonte assicurano che "questa volta i black bloc li fermeremo noi", ma l'impressione è in Piemonte cominci già a tirare l'aria, brutta, del dramma annunciato. Maroni: "Manifestazione a rischio" - Nel corso dell'informativa al Senato sugli scontri di sabato scorso a Roma, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha parlato della manifestazione No Tav di domenica. Dopo aver stigmatizzato alcune dichiarazioni degli organizzatori del corteo, il titolare del Viminale ha specificato di ritenere quella del 23 ottobre una "manifestazione a rischio. Ho allertato il prefetto di Torino e ho dato indicazione perché vengano prese tutte le misure idonee per evitare ogni episodio di violenza alla manifestazione in Val di Susa. A tal fine - ha concluso Maroni, applaudito da Palazzo madama - invito anche tutti gli amministratori locali a dissociarsi da ogni episodio di violenza".