Inter e Milan, le spalle al muro La sosta non ha portato vantaggi
Che sollievo per gli allenatori di Serie A: già indaffarati tra tattiche, schemi e filmati, ai tecnici italiani è stato tolto l’onere di scegliere la formazione. Infortuni, mal di pancia ed errori di mercato, infatti, costringono le squadre a scendere in campo con i soliti noti. Nonostante tutte le società abbiano in media quasi 30 giocatori in rosa (Novara e Genoa “solo” 26). MAZZARRI GLISSA «Il turnover non serve», ha detto Mazzarri alla vigilia di Napoli-Parma (ore 20.45). Ma, dopo la batosta contro il Chievo, l’allenatore partenopeo sa che non può stravolgere la formazione ideale, affidandosi a una panchina che non dà garanzie. Cavani è stanco, ma il tecnico non può fare a meno del Matador né degli altri nove (De Sanctis escluso) che finora tra A e Champions hanno giocato più di 400 minuti: su tutti Inler (573 in 7 presenze) e Aronica (548). Sei partite piene per Cannavaro, Campagnaro e Gargano, mentre hanno goduto qualche scampolo di riposo i triumviri Hamsik-Lavezzi-Cavani (460 minuti) e Maggio (417). L’unica vera alternativa è Dossena, oggi in campo per Zuniga. E Mazzarri fa addirittura invidia ad Allegri e Ranieri, costretti al copia-e-incolla. Una situazione complessa prima di un tour de force da 7 partite in 23 giorni. Visti i tanti crac, c’è quasi da aver paura del prossimo stop (13 novembre). SEEDORF KO Ieri nel Milan a fermarsi è stato Seedorf (affaticato), uno degli insostituibili (521 minuti in campo) per i problemi di Ambrosini (ancora ai box), Gattuso e Flamini. Appena 19 convocati per il Palermo (ore 20.45), tra cui Mexes e Robinho ancora non al meglio. In lista pure i baby Carmona e Valoti, mentre è fuori Inzaghi, lui che non è neppure in lista Champions e quindi sarebbe spendibile in campionato: probabile scelta tecnica e grande gelo con il mister. Formazione dunque obbligata con i soliti Abate (537 minuti), Nesta (521) e l’insostituibile Thiago Silva; Nocerino (555) e Van Bommel (573) in mezzo; Cassano (564) e Ibra. Pazienza se i due attaccanti sono stanchi: «Basta con questi discorsi, creano alibi inutili», ha dovuto commentare Allegri. FORFAIT SNEIJDER Poco da sorridere anche per l’Inter, costretta dal forfait in extremis di Sneijder (oltre a quelli di Julio Cesar, Forlan, Coutinho e Chivu) a schierare il 4-4-2. Ranieri ha portato con sé a Catania (ore 18) solo 20 giocatori e - nonostante il recupero di Thiago Motta - sarà difficile non rivedere in campo gli stakanovisti Zanetti e Lucio (sempre presenti) così come Cambiasso (610 minuti) e Nagatomo (559). Viene quasi da ringraziare Gasperini per avere tenuto a riposo Pazzini a inizio stagione. «Troppi guai muscolari? Non sono preoccupato», ha detto Ranieri, «ma ora servono punti per non perdere staccarci dal gruppo di testa». Tra un mese si dovrà fare un bilancio. CONTE NICCHIA Chi si potrebbe permettere il turnover è Antonio Conte, ma forse le riserve della Juve non sono affidabili come i titolari, in fondo non troppo stanchi vista l’assenza dalle coppe. Comunque zero riposo anche a Verona per Lichtsteiner, Barzagli, Pirlo (mai sostituiti), Marchisio (440) e Chiellini (416). Due filosofie si scontreranno nel derby di domani sera: nella Roma gli insostituibili sono solo Totti (ko), Burdisso e Angel (oltre 500 minuti). Nella Lazio straordinari per molti: in nove partite ufficiali disputate (E-League compresa), Dias ha giocato 734 minuti, Cissè ed Hernanes più di 600, Ledesma, Klose, Konko, Lulic e Brocchi oltre 500. Una situazione simile a quella dell’Udinese, attesa come i biancocelesti da un ottobre terribile: Danilo non ha mai lasciato il campo (810 minuti), mentre Di Natale, Benatia, Isla, Asamoah, Armero e Badu hanno sfondato il tetto dei 600. Stanchezza? Non per la formazione più giovane del campionato: 25,1 anni la media degli 11 in campo. Il turnover non serve solo a chi se lo può permettere. di Francesco Perugini